Nonostante le conseguenze del cambiamento climatico siano sotto gli occhi di tutti, in Italia c'è chi è convinto che questo fenomeno non esista: i cosiddetti "negazionisti" del surriscaldamento globale rappresentano il 16,2% della popolazione. Un parametro che sale di due punti percentuali tra gli anziani (18,3%) e gli individui meno scolarizzati (18,2%).
È quanto emerge dal Rapporto Ital Communications-Censis "Disinformazione e fake news in Italia". Il 25,5% degli intervistati, in particolare, reputa l'alluvione in Emilia-Romagna come una risposta alla desertificazione.
Al di là delle paturnie senza alcun fondamento scientifico, dall'indagine emerge una certa preoccupazione per la transizione ecologica dal punto di vista economico. Più del 33% degli italiani, infatti, teme che gli sforzi e gli investimenti per tutelare la natura siano fuori dalla portata delle nostre tasche. Un parere che si impenna al 51,5% tra chi è poco scolarizzato e arriva al 37,8% nelle donne e al 36,6% tra gli ultrasessantenni.
Un'opinione, quella di ipotetiche difficoltà legate alla transazione green, che gli studiosi trovano "confutata dalle più accreditate analisi previsionali". La transizione ecologica, al contrario di quanto si pensi, "creerà moltissimi posti di lavoro". Nel medio periodo, continuando con le pratiche virtuose, andremo sempre più verso "uno scenario di maggiore sviluppo economico".
A smentire completamente l'assurda ipotesi che il cambiamento climatico non esista, in fin dei conti, ci sono una serie di studi. L'ultimo in ordine di tempo è quello della rete ambientalista World Weather Attribution (Wwa). Secondo l'analisi, le ondate di calore che hanno investito Europa e Nord America a luglio sarebbero state pressoché impossibili senza il cambiamento climatico.
Tali eventi sono ormai entrati nella nostra quotidianità per cattive condotte come l'uso smodato di combustibili fossili, la deforestazione e altre attività umane complici del riscaldamento globale. Secondo gli scienziati, le emissioni di gas serra hanno anche fatto sì che le ondate di calore fossero più calde di qualsiasi previsione.
I negazionisti, però, restano della loro opinione e hanno persino creato un hashtag finito virale su Twitter.