Colpo di scena sul salario minimo. Sembrava una discussione destinata a morire sul nascere per via della pregiudiziale posizione del governo Meloni riverberata per mezzo delle sue voci non ultima, tra le altre, quella della Ministra del Lavoro: Il salario minimo – aveva detto Elvira Calderone – non può farsi per legge. Da qui la decisione della maggioranza di presentare un emendamento soppressivo alla proposta di legge promossa dalle opposizioni unite – senza Italia Viva – all’ufficio della Commissione Lavoro della Camera dei deputati. La contromossa di Meloni è stata quella di ritirare le sue truppe che hanno evitato il voto sull’emendamento in questione facendo approdare, di fatto, il Ddl alla Camera dei deputati. È stato il modo attraverso cui l’esecutivo ha aperto una porticina concedendo la discussione nel merito ed aprendo ad un dibattito plurale all’interno dell’assise parlamentare.
La maggioranza cambia modus operandi ma non l’idea di fondo. Rimangono le perplessità sul salario minimo messo in piedi per legge e, pur aprendo alla discussione, la rimanda in avanti nel tentativo di prendere tempo. Il confronto – che è in corso proprio in questo momento in quel di Montecitorio – dovrebbe concludersi una richiesta di sospensiva. Lo riferiscono fonti della maggioranza: i capigruppo della maggioranza chiedono di sospendere l'esame del ddl sul salario minimo per un periodo sessanta giorni.
Garibaldini i deputati di opposizione che stanno prendendo parola in aula nel tentativo di spronare il governo ad un’apertura, ottenuta quella sul dibattito, fattiva verso la realizzazione del salario minimo. Davide Aiello, dai banchi del Movimento 5 Stelle, dice:
Ugualmente parla Arturo Scotto del Partito Democratico che invita gli esponenti di maggioranza ad una collaborazione:
Il Capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in commissione lavoro, Franco Mari, ha rincarato la dose:
Parole che non andranno a modificare in alcun modo la decisione presa dalla maggioranza che presenterà – ed approverà – la richiesta di sospensiva. Di salario minimo, allora, si tornerà a parlare dopo l’estate, a partire dal 29 settembre. Quantomeno nelle istituzioni. Fuori da lì, tra piazze e mezzi di comunicazione, la battaglia andrà avanti.