È una lettera di minacce e intimidazioni, quella recapitata nelle scorse ore a due giornali riminesi e indirizzata ai gestori della discoteca "Frontemare", dove, nel giugno scorso, un vigile del fuoco è stato ucciso da un buttafuori. Nel testo, scritto al computer su un foglio A4 e ora consegnato alla Squadra mobile di Rimini e alla Procura che si sta già occupando del caso, si legge che "Giuseppe sarà vendicato". Che qualcuno stia orchestrando un agguato ai danni dei presunti responsabili?
"Giuseppe" sta per Giuseppe Tucci, il 34enne originario di Foggia morto a giugno a causa delle gravi lesioni riportate in seguito all'aggressione subìta fuori dalla discoteca "Frontemare" di Rimini da parte di un buttafuori, il 28enne di origini albanesi Klajdi Mjeshtri, finito in carcere. È a lui che i mittenti della lettera si riferiscono quando scrivono:
Parole intimidatorie, rivolte anche ai proprietari dalla discoteca interessata dal pestaggio, ritenuti colpevoli di
Il tutto continuando a negare le proprie responsabilità nella vicenda, nonostante il colpevole avesse già parlato, confessando tutto. Non solo: dopo la notifica di chiusura del locale disposta dalla Questura, i gestori avrebbero anche
Per questo, tuonano,
Ciò che emerge dalla lettera è che i mittenti sarebbero foggiani, come la vittima. Per rintracciarli la Procura avrebbe già fatto sapere di voler aprire un apposito fascicolo d'inchiesta. Inchiesta che partirà con un'analisi tecnico-scientifica sulla missiva, bollata "Roma Fiumicino", con data 21 luglio: l'obiettivo sarà ricostruire il suo viaggio.
È probabile che gli autori delle minacce di morte conoscessero bene la vittima: per questo avrebbero intenzione di vendicarla. Stando a quanto ricostruito finora, Tucci sarebbe stato aggredito dal 28enne in una delle vie che costeggiano la discoteca, dopo essere stato allontanato dal locale per via del suo stato di alterazione. Sembra che, all'interno, avesse infastidito una ragazza, sbirciandole il cellulare.
Una volta uscito, avrebbe cercato di rientrare, questa volta senza l'amico con cui era in precedenza: a quel punto il 28enne, che non era in possesso del tesserino rilasciato dalla Prefettura per poter svolgere il ruolo di addetto alla sicurezza, lo avrebbe colpito per rispondere alle sue presunte provocazioni.
aveva confessato. I suoi colpi non gli avevano lasciato scampo. Il 28enne era morto dopo qualche giorno dall'aggressione a causa delle gravi lesioni riportate, nonostante il tentativo dei medici di salvarlo.
aveva scritto in quell'occasione il padre, condividendo una foto in cui lo baciava, alla testa, per l'ultima volta.
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