Deluso, amareggiato, ma non sorpreso. Si definisce così Massimo Giletti, che pesa le sillabe, ma non riesce a nascondere il disappunto. Voce monocorde ma decisa nel commentare la notizia arrivata nel pomeriggio e che parla del giornalista indagato per diffamazione dalla procura di Terni, in seguito a una querela sporta dal boss di Cosa Nostra Giuseppe Graviano.
"La querela di Graviano c'è, è un fatto - dichiara il giornalista a Tag24.it - Ma il problema è un altro, non che anche uno stragista condannato all'ergastolo possa sporgere querela. Piuttosto trovo molto strano che il procuratore (Alberto Liguori, ndr) abbia detto che non posso avere accesso agli atti e conoscere le motivazioni. Se la cosa mi stupisce? Dopo tutto quello che ho vissuto quest'anno nulla mi stupisce".
Il conduttore di "Non è l'Arena" si corregge solo per dire "Non possiamo avere accesso agli atti", ricordando che nella stessa situazione è Sandra Amurri, la collega e opinionista in trasmissione sospesa da La 7 ad aprile.
"Normale che anche gli ergastolani abbiano diritti in questo Paese - continua - Il problema è che, anche alla luce delle minacce di morte, un minimo di attenzione me l'aspettavo".
Dal 2020, Giletti è sotto scorta in seguito alle minacce di morte di Filippo Graviano, fratello maggiore di Giuseppe.
"Chiedo soltanto l'accesso agli atti. All'avvocato di Amurri hanno già detto no, quindi diranno no anche al mio legale".
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