In un'azione mirata volta a garantire il rispetto dei livelli qualitativi e di sicurezza nei servizi offerti agli utenti durante la stagione estiva, i Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità (NAS) hanno condotto un'approfondita attività d'ispezione presso gli stabilimenti balneari e i villaggi turistici in tutta Italia. In collaborazione con il Ministero della Salute, i NAS hanno preso parte a una campagna di controlli che ha rivelato una serie di gravi irregolarità all'interno di numerosi complessi turistici.
Nel corso delle ispezioni, i Carabinieri hanno visitato ben 838 strutture e le relative aree di preparazione e somministrazione degli alimenti. Di queste, ben 257 strutture sono state trovate in violazione delle norme igieniche e di sicurezza, rappresentando il 31% degli obiettivi ispezionati. Come risultato di queste scoperte, sono state contestate un totale di 415 sanzioni penali e amministrative, ammontanti a oltre 290 mila euro.
Un aspetto preoccupante emerso dalle indagini riguarda la situazione delle aree ricettive e delle zone di preparazione dei pasti all'interno dei complessi balneari. Ben 20 provvedimenti di chiusura sono stati disposti nei confronti di queste strutture, a causa di gravi criticità sia dal punto di vista strutturale che igienico. L'entità economica delle irregolarità è stata stimata in oltre 4 milioni di euro, rivelando la serietà del problema.
Tra le irregolarità più eclatanti, spicca il caso di uno stabilimento balneare nella zona di Reggio Calabria, che è stato utilizzato abusivamente come luogo di ritrovo notturno, simile a una "discoteca all'aperto". Ciò ha portato a un'azione immediata da parte dei Carabinieri, che hanno constatato la presenza di circa 500 persone all'interno, senza le necessarie autorizzazioni di pubblica sicurezza.
Un'altra area di preoccupazione è emersa nelle carenze igieniche degli ambienti, come spogliatoi, servizi igienici e locali di preparazione dei pasti. Queste problematiche sono state spesso individuate in spazi angusti e non conformi ai requisiti minimi per garantire un corretto funzionamento e manutenzione. Inoltre, è stato rilevato un mancato rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e sulla prevenzione dei rischi per gli utenti.
La situazione si è rivelata altrettanto allarmante all'interno dei punti ristoro presenti nelle strutture, dove sono state sequestrate oltre 2 tonnellate di alimenti irregolari. Questi alimenti, destinati alla somministrazione ai clienti, erano scaduti, privi di tracciabilità e conservati in condizioni di conservazione non adeguate.