Nella mattinata odierna, la nave "Geo Barents" dell'organizzazione Medici Senza Frontiere ha attraccato nel porto di Bari, portando con sé un carico di speranza e dolore: nei giorni precedenti, la nave aveva operato nel Mediterraneo per il soccorso di 55 migranti in difficoltà, di cui 43 sono minorenni non accompagnati. L'arrivo della nave nel porto è stato accompagnato dalla presenza di forze di polizia e operatori pronti a condurre i primi controlli e offrire assistenza.
A bordo della nave, la realtà cruda dei migranti emergono attraverso storie di sofferenza e determinazione. Una ragazzina di soli 15 anni, ha attraversato la Mauritania, l'Algeria e la Tunisia, compiendo da sola un viaggio pieno di violenze e fame. Un sedicenne, sfuggito ai conflitti che affliggono il Sudan, ha condiviso le atroci esperienze subite durante la prigionia nei campi libici. Inoltre, un altro sedicenne ha lasciato il Sud Sudan per evitare la conscrizione militare.
Secondo quanto riferito dall'equipaggio di Medici Senza Frontiere, il sedicenne "è fuggito verso la Libia dove ha subito non soltanto violenze fisiche in un centro di detenzione, ma poiché non poteva pagare per uscire è stato costretto al lavoro forzato." Le condizioni dei migranti sono state generalmente descritte come buone, afferma Fulvia Conte, coordinatrice dei soccorsi dell'organizzazione. L'emergere di minori non accompagnati su imbarcazioni è una realtà sempre più frequente. Conte spiega:
Le storie dei migranti sottolineano le sfide umane e sociali che spingono le persone a intraprendere pericolosi viaggi attraverso il Mediterraneo. Molti di loro, come sottolineato da Conte, non hanno un obiettivo chiaro e viaggiano in cerca di una via di fuga da circostanze insopportabili. Nonostante le difficoltà incontrate durante le operazioni di salvataggio, come il confronto con una motovedetta della Guardia Costiera libica che non ha rispettato le regole internazionali, l'arrivo in un porto sicuro rappresenta un passo verso la speranza per i profughi.