Non sono semplici frasi di circostanza quelle di Gianmarco Tamberi in zona mista, dopo aver vinto la medaglia d'oro che gli mancava, quella del titolo mondiale, e completare qualcosa di mai visto per un atleta italiano. Sono frasi di ringraziamento, incredulità e c'è anche un pensiero per il padre Marco, dal quale a inizio stagione si è affrancato per divergenze tecniche e personali.
"Pazzesco. Non riesco neanche a sentirmi dire ciò che ho vinto. Mi sento ripagato dei tanti sacrifici fatti. Non è solo uno sport individuale questo. So quanto ho investito e so quanto hanno investito le persone che mi sono accanto. Per questo devo ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutato. I festeggiamenti? Ho celebrato la medaglia in maniera smodata perché riuscire a battere persone che sembrano supereroi è così".
Tamberi ha fatto di tutto per allentare la pressione: "Ho eseguito uno dei migliori riscaldamenti della mia vita e, per non crearmi pensieri, mi sono messo anche a giocare con la batteria della band che accompagnava la presentazione degli atleti. Ma il momento determinante è stato quel 2,36. Quello è stato il matchpoint".
Dunque il discorso si sposta sulla nuova guida tecnica: l'ex altista Giulio Ciotti coach, Michele Balloni preparatore fisico. "Ovvio che subentri tanta paura quando cambi guida tecnica. Dopo 12 anni che ti segue la stessa persona e quella persona è tuo padre: no, non è affatto facile, tanto a livello personale che tecnico. Però bisognava cambiare e mi sono caricato di tante responsabilità che prima erano in capo a lui. A Michele e Giulio ho chiesto un contributo particolare. Gli ho chiesto di ragionare, in tre, come se fossimo uno".
"Con mio padre - continua Gimbo - non parlo, ma è anche merito suo se sono arrivato a questo punto".
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