Era il 24 agosto 2016 quando un terremoto di magnitudo 3.36 ha colpito il centro Italia. Le regioni più colpite furono Abruzzo, Marche, Umbria e Lazio, dove si contarono 300 morti, centinaia di feriti e decine di migliaia di sfollati.
Al settimo anniversario della tragedia, lo stato dei lavori di ricostruzione lascia ancora molto a desiderare: tanti cantieri sono stati aperti e lasciati a metà tra norme e burocrazia farraginosa, alcuni luoghi aspettano ancora le adeguate verifiche e via libera, altri sembrano proprio essere stati dimenticati.
Giorgia Meloni parla dunque a ragione di una «ferita che non si è chiusa e fa ancora male», affermando la necessità da parte del suo Governo di imprimere un «cambio di passo» nelle operazioni di ricostruzione.
In questa situazione che pare bloccata - o comunque troppo lenta per chi, il giorno del sisma, ha dovuto dire addio ai luoghi della sua vita - la promessa di Giorgia Meloni è quella di un tempestivo intervento del Governo per dare un'accelerata alla ricostruzione.
Ha dichiarato la Premier in occasione del settimo anniversario del terremoto in Centro Italia.
Molti gli attori politici e amministrativi coinvolti nel processo di ricostruzione dei luoghi toccati dal sisma. La Premier ricorda in particolare il necessario «lavoro di squadra» tra il Ministro per la Protezione Civile, Musumeci, il commissario Castelli, le Regioni e i 138 Comuni colpiti: secondo la leader di Fratelli d'Italia, questa collaborazione «sta dando buoni risultati».
La Presidente Meloni termina il suo intervento con una riflessione sul disastro del terremoto, «una vera e propria catastrofe» che si è inevitabilmente impressa nella memoria collettiva del nostro Paese. Meloni ha dunque rinnovato il suo cordoglio alle famiglie delle vittime: