Matteo Salvini torna a chiedere un nuovo decreto sicurezza a fronte dell'emergenza migranti che ha colpito il paese nelle ultime settimane. Toni decisamente distanti da quelli usati dal Presidente della Repubblica al meeting di Rimini per parlare proprio dei flussi migratori.
Il leader della Lega Matteo Salvini torna a cavalcare uno dei suoi 'cavalli di battaglia' più cari, quello della questione migranti. Lo fa in un periodo segnato, come ogni estate, da un aumento notevole dei flussi migratori e degli sbarchi sulle coste del nostro paese, con l'hotspot di Lampedusa che ha nuovamente raggiunto livelli da record.
Per il ministro alle Infrastrutture e i Trasporti la soluzione è sempre la stessa: una maggiore rigidità e chiusura dei porti per prevenire gli sbarchi, da attuare con un nuovo decreto sicurezza, erede di quello da lui firmato quando era ministro degli Interni, ai tempi del primo governo Conte I.
Lo ha ribadito a Pinzolo, a margine dell'incontro con i sindaci delle Valli Rendena e della Val di Sole.
Una linea del pugno di ferro, quella di Salvini, condivisa da altri esponenti del suo partito, come dichiarato proprio a Tag24 dal sindaco leghista di Minerbe Andrea Girardi.
Questa posizione è, tuttavia, ben diversa rispetto a quella espressa dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante il suo intervento al meeting di Rimini. Il Capo dello Stato ha sottolineato come i fenomeni migratori non vengano "cancellati da muri o barriere", rimarcando che "dietro il numero dei migranti c'è il nostro futuro".
Salvini ha 'aggirato' le domande di chi gli chiedeva un commento sulle parole di Mattarella.