A qualche ora dalla sua fuga è stato arrestato l'uomo di origine algerina accusato di aver ucciso un ragazzo a colpi di fiocina al culmine di una lite a Sirolo, in provincia di Ancona. I fatti risalgono alla giornata di ieri, 27 agosto. Dopo il delitto era scattata una vera e propria caccia all'uomo. Quando è stato fermato il sospettato aveva ancora con sé l'arma del delitto. Nelle prossime ore sarà interrogato.
È stato immobilizzato e arrestato all'altezza di un sottopasso per il mare a Palombina Vecchia, nei pressi di Falconara, quando erano da poco passate le 21 di ieri sera, 27 agosto. Appena quattro ore prima, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l'algerino avrebbe ucciso, colpendolo con una fiocina al petto, un ragazzo albanese di 23 anni. È successo in via Cilea a Sirolo, in provincia di Ancona.
Sembra che il giovane fosse intervenuto, insieme a un amico 25enne, in difesa di un terzo automobilista, dopo che il presunto killer gli aveva intimato - con fare minaccioso - di andare più veloce con l'auto. Tra i due era scoppiata un'accesa discussione. Discussione che era sfociata in omicidio quando l'uomo poi tratto in arresto, dopo aver recuperato un fucile da sub dalla sua auto, aveva colpito il ragazzo, morto a causa delle gravi ferite riportate.
All'arrivo dei soccorsi, chiamati da alcuni passanti, era già fuggito. Si sarebbe spostato, in auto e poi a piedi, lungomare, per diverse ore, prima di essere rintracciato - grazie all'analisi delle videocamere di sorveglianza comunali - e fermato. Aveva ancora con sé l'arma del delitto. Ora si trova nella caserma dell'Arma di Osimo. Nelle prossime ore sarà interrogato e dovrà spiegare il perché del suo folle gesto. Ascoltato già l'amico della vittima.
ha dichiarato il vicecapogruppo della Lega Marche in Consiglio Regionale, Mirko Bilò. In tanti, come lui, sono si sono detti sconvolti dal terribile fatto di cronaca.
Quello di Sirolo ricorda un altro caso di cronaca: l'omicidio di Domenico Esposito nel parcheggio del centro commerciale "Vulcano Buono" di Nola, in provincia di Napoli, consumatosi alla fine dello scorso luglio. Anche in quel caso l'evento scatenante era stata una lite: un 20enne originario di Secondigliano, Emanuele De Luca, aveva colpito la vittima a coltellate, uccidendola, dopo essere stato a sua volta aggredito.
Il tutto a causa di uno scambio di persona: Esposito, intervenuto per aiutare la sorella con una gomma bucata, si era rivolto contro De Luca pensando che fosse il vigilante che poco prima aveva negato un aiuto alla donna. Quest'ultimo, non capendo cosa stesse succedendo, aveva reagito con violenza. Davanti agli inquirenti, una volta tratto in arresto, aveva confessato il delitto, dicendo di non riuscire a spiegarsi il perché del suo gesto. Dovrà rispondere all'accusa di omicidio aggravato dai futili motivi.
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