L'Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) usa parole durissime dopo la vicenda dell'orsa Amarena, morta a San Benedetto dei Marsi, accusando il clima d'odio fomentato da alcuni politici per guadagnare voti.
La vicenda di Amarena, l'orsa uccisa a fucilate nella notte tra il 31 agosto e il 1 settembre a San Benedetto dei Marsi, in Abruzzo, riporta al centro delle cronache il dibattito sui grandi carnivori e il loro rapporto con gli esseri umani.
Ora scende in campo l'Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) che, in una nota, annuncia che si costituirà parte civile nel processo, augurandosi una "condanna esemplare" per il colpevole dell'assassinio dell'orsa.
L'associazione, poi, punta il dito contro l'atteggiamento violento di certa politica, giudicandolo un fattore fondamentale alla base di episodi simili.
Ammazzata a fucilate l’orsa Amarena. OIPA : «Vittima di un clima d’odio nei confronti dei grandi carnivori fomentato da certa politica».???? https://t.co/cx9lAU6aDW pic.twitter.com/YjTKdsyGVG
— OIPA Italia (@OIPAItalia) September 1, 2023
Quanto accaduto in Trentino con l'orsa JJ4 e la contrapposizione tra animalisti e il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, sull'abbattimento dell'animale, ha lasciato scorie evidenti nel rapporto tra l'Oipa e la politica.
Per l'Oipa, sono proprio esponenti politici come Fugatti i primi responsabili di un clima che favorisce la diffidenza o la vera e propria aggressività verso questi esemplari, arrivando fino a episodi estremi come quello di San Benedetto dei Marsi.
L'Oipa conclude la propria nota promettendo di continuare a vigilare su vicende del genere, dando battaglia nelle aule giudiziarie per la difesa dei plantigradi come Amarena e JJ4.