Il governo sta progettando una significativa riforma costituzionale che introdurrà l'elezione diretta del Presidente del Consiglio senza alterare formalmente i poteri del Presidente della Repubblica. La bozza del testo, di cui il Sole 24 Ore ha avuto accesso, comporterà una trasformazione radicale del processo democratico italiano.
Secondo questa proposta di riforma, le elezioni si svolgeranno con una scheda unica in cui gli elettori voteranno per una delle liste che appoggiano il candidato premier e per il candidato stesso.
La differenza tra la fiducia iniziale del Parlamento al Premier eletto e ciò che può accadere durante la legislatura è significativa. Dopo le elezioni, il Presidente della Repubblica affida l'incarico al Premier eletto e lo presenta al Parlamento. Se non dovesse ottenere la fiducia necessaria, il Presidente della Repubblica può riaffidargli l'incarico una seconda volta. Se anche in questo caso non riuscisse a ottenere la fiducia, si procederebbe allo scioglimento delle Camere e a nuove elezioni. Durante la legislatura, in caso di "cessazione dalla carica" del Premier, il Parlamento può proporre un sostituto purché sia espressione della stessa maggioranza e possa contare sull'aggiunta dei parlamentari che avevano inizialmente votato la fiducia.
A differenza della "fiducia costruttiva" tedesca, questa proposta non permette il cambiamento di maggioranza. Questa regola potrebbe fungere da clausola anti-ribaltone per impedire i cambiamenti di maggioranza durante la legislatura. Tuttavia, alcuni costituzionalisti ritengono che potrebbe rendere il Premier suscettibile al ricatto dei partiti della coalizione.
Inoltre, la bozza prevede un'ulteriore rivoluzione, già presente nella riforma Berlusconi-Bossi del 2005: l'obbligo di una legge elettorale che assicuri il 55% dei seggi in Parlamento alla maggioranza che sostiene il Presidente del Consiglio eletto. Questo potrebbe comportare l'adozione di una legge elettorale maggioritaria basata su un premio di maggioranza.
La bozza sarà discussa in una riunione di maggioranza la prossima settimana e successivamente approvata in uno dei prossimi Consigli dei ministri. Tuttavia, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dovrà dare il suo assenso, e finora ha mostrato resistenza a modifiche significative della Costituzione italiana. Inoltre, la Lega potrebbe chiedere assicurazioni sui tempi di approvazione del Ddl Calderoli sull'autonomia differenziata come condizione per il suo sostegno alla riforma. Quindi, mentre i dettagli tecnici sembrano essere stati risolti, le questioni politiche rimangono ancora da affrontare.