Un doppio trapianto di reni per madre e figlio, nel giro di sole 24 ore: se non è un record poco ci manca, quanto accaduto presso l'azienda ospedaliero-universitaria di Novara.
Il reparto di Nefrologia, diretto dal dottor Vincenzo Cantaluppi, è stato costretto al superlavoro. Tutta colpa di una rara malattia chiamata sindrome di Alport, capace di compromettere le strutture di filtrazione dei reni. Adesso mamma e figlio si stanno riprendendo, come rassicura lo stesso dottore.
Per il corretto svolgimento del duplice trapianto si è rivelato decisivo anche un piccolo colpo di fortuna. Nel giro di poche ore, infatti, il Centro regionale trapianti ha raccolto la segnalazione di due potenziali donatori di rene.
Per quanto riguarda il primo, i test di compatibilità di rito hanno stabilito l'idoneità al trapianto dell'organo al più giovane dei due pazienti. Poi la seconda possibile donazione, destinata alla mamma.
E così è toccato all'equipe della struttura universitaria ospedaliera entrare in scena. Per il doppio intervento si è rivelato necessario anche il coinvolgimento dei reparti di Urologia, diretto da Alessandro Volpe, e di Chirurgia vascolare, diretto da Carla Porta.
A dare informazioni sulla natura della sindrome di Alport, diagnosticata a mamma e figlio dalla Genetica dei trapianti dell'Università di Torino-Città della Salute e della Scienza, è la stessa direzione dell'azienda ospedaliero-universitaria.
Attraverso le colonne de La Stampa si legge che la malattia è dovuta "ad un difetto di una proteina del collageno", che "causa un'alterazione dei glomeruli, che sono le strutture di filtrazione dei reni".
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