Ancora una volta un detenuto morto e questa volta nel carcere di Mammagialla a Viterbo che ora rischia seriamente di andare incontro ad una rivolta. L'ennesimo episodio che vede coinvolto un recluso e a cui si aggiunge un tentativo di suicidio che di certo non contribuisce a placare le reiterate accuse contro il sistema delle carceri sempre meno protetto e sicuro.
Ad anticipare la notte turbolenta nel viterbese è il segretario regionale del sindacato di polizia Penitenziaria, USPP lazio, Daniele Nicastrini che ha così descritto l'episodio:
Stando a quanto si apprende dalle prime notizie sull'episodio, le ragioni della rivolta risiedono anche nella causa della morte del detenuto che pare abbia avuto un malore, favorendo le voci di una gestione delle carceri certamente non positiva.
Al di là della rivolta, il sindacalista Nicastrini ha provato a fare chiarezza dopo il nuovo caso di morte in carcere, parlando di malore imprevedibile per quanto riguarda il defunto, e spiegando ulteriori dettagli del tentativo di suicidio. Ecco le sue parole:
Una situazione di vero e proprio caos a cui non è stato facile porre un rimedio se non dopo ore di lavoro intenso. Contestualmente, va ribadito l'avviso arrivato solamente qualche tempo fa dalla Uspp Lazio che aveva informato l'amministrazione penitenziaria di una condizione davvero difficile del Mammagialla quanto al sovraffollamento del carcere:
Leggi anche: DL Caivano, il governo vara un pacchetto anti crimine giovanile: carcere per chi non manda i figli a scuola