Spacciavano in una fittissima rete di scambi tra Albania, Italia e Svizzera: con queste accuse 24 persone, tutte facenti parte di un gruppo di narcos, sono state arrestate questa mattina a Milano. La loro organizzazione era profondamente radicata nel capoluogo lombardo e da anni operava smercio di droga proveniente dall'Albania.
Tra le accuse, non figura però solo il narcotraffico: il gruppo è ritenuto responsabile anche di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, nonché di rapina ed estorsione. Le attività di spaccio erano comunque il fulcro dell'associazione a delinquere: la Polizia ha eseguito 40 perquisizioni e ha sequestrato un'ingente quantità di proventi, pari a diverse centinaia di migliaia di euro, dall'attività di narcotraffico.
Il gruppo di narcotrafficanti era particolarmente attivo nel territorio italiano e svizzero, ma la fitta rete di smercio che aveva intessuto si allargava a toccare anche altre regioni.
L'operazione di smantellante di questa rete narcos che ha interessato per anni la grande mela lombarda (e non solo) è stata realizzata grazie all'impegno di 200 Carabinieri, provenienti da diverse province d'Italia: Milano, Bergamo, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Monza Brianza, Piacenza, Savona, Torino, Varese, Brescia e Cosenza. L'impegno congiunto di queste unità di inquirenti ha condotto all'arresto dei 24 narcotrafficanti.
In un solo anno, tra il 2003 e il 2004, il signor Alket Hatija, 50enne "signore della droga", aveva portato a Milano 340 kg di eroina e 200 kg di cocaina, per un valore complessivo di 45milioni di euro. La Polizia lo aveva già identificato nel 2017, quando, prima che sparisse, era stato condannato a 20 anni di carcere.
Poi la corsa a Berat: l'unità Catturandi dei Carabinieri lo aveva trovato in un bunker nella città albanese, ma il tribunale di Durazzo non ha concesso l'estradizione sostenendo che l'uomo avesse già scontato la pena nel suo Paese.
Giovedì scorso finalmente il ritorno in Italia, questa volte in manette.