Aveva denunciato alla polizia diversi membri della baby gang Qbr di Borgo Roma: per questo un 20enne di origine indiana lo scorso agosto è stato rapito e torturato per una notte in una zona di campagna di Verona. A ripercorrere la sua storia è il Corriere della Sera, secondo cui il giovane si sarebbe salvato grazie a Whatsapp e alla geolocalizzazione attivata sullo smartphone.
Questo il messaggio d'aiuto che il ragazzo avrebbe inviato alla madre qualche minuto dopo la mezzanotte del 29 agosto scorso. Era stato rapito e torturato per ore dai membri della baby gang Qbr del quartiere Borgo Roma di Verona, di cui anch'egli - quand'era ancora minorenne - aveva fatto parte, prima di trovare il coraggio di allontanarsene.
Poi, qualche mese fa, aveva denunciato alla polizia alcuni dei ragazzi: prima per esserne stato sequestrato, poi perché avevano provato ad estorcergli del denaro dopo un incidente. Un gesto che loro avevano visto come una "calunnia" e per il quale avevano deciso di vendicarsi. Per questo, ad agosto, l'avrebbero avvicinato con una Mercedes cabrio, caricandolo a forza sui sedili posteriori e portandolo in campagna, dove poi lo avrebbero pestato.
A quel punto, la minaccia: se fosse andato dalla polizia, sarebbe stato ucciso. Lui, però, aveva trovato il coraggio di chiedere aiuto. E approfittando del fatto che gli avessero ridato il suo smartphone, si era messo in contatto con la madre. I ragazzi che l'avevano aggredito erano ancora lì.
dice il ragazzo, che a quel punto sarebbe stato colpito di nuovo. È grazie a quel messaggio se ora può essere qui a raccontare ciò che gli è accaduto: dopo averlo ricevuto, la madre si era immediatamente attivata, inviando anche una pattuglia della polizia sul posto. Quando è stato soccorso il giovane presentava "policontusioni diffuse agli arti, al tronco e ai glutei da percosse, ematomi e contusioni, abrasioni e lesioni giudicate guaribili in giorni quindici". Ma era comunque tornato a denunciare.
In cinque sono finiti in manette per la vicenda: il veronese Alessandro Di Franco, 23 anni, e i quattro italiani di seconda generazione Frimpong Samuel Benemah, 24 anni; Douglas Savi Maykon, 29 anni; Rayen Sakaama, 18 anni e Adailson de Noite Polucena, 30 anni. Nella giornata di oggi tre di loro saranno ascoltati dal gip. Per gli altri due, risultati positivi al Covid, l'interrogatorio di garanzia è stato rinviato ai prossimi giorni. Sono accusati di sequestro di persona, rapina e tortura.
ha detto il questore di Verona Roberto Massucci commentando la notizia. "Per fortuna - aggiunge - li abbiamo arrestati tutti".