Nelle ultime quattro settimane, il Covid segna una ripresa della sua circolazione in Italia: a rivelarlo è il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe. Dalla settimana di ferragosto, ossia quella tra il 10 e il 16 agosto, a quella appena trascorsa, tra il 7 e il 13 settembre, il numero di nuovi contagi è pressoché quintuplicato.
Si passa infatti da da 5.889 a 30.777 casi, con un tasso di positività al 14,9%. In aumento anche i decessi, più che raddoppiati, e i ricoveri in area medica, più che triplicati e giunti a quota 2.378. In Italia, infine, sono 76 i pazienti ricoverati in terapia intensiva: numeri tutto sommato esigui, che dimostrano l'ormai scarsa pericolosità del virus tra la gente in buona salute.
Si tratta insomma di numeri sostanzialmente bassi, che però si rivelano "ampiamente sottostimati" secondo il presidente Gimbe Nino Cartabellotta. Questo perché il monitoraggio è fondato perlopiù su una base volontaria.
Nell'ultimo mese, la circolazione virale è cresciuta in tutte le regioni e province autonome. L'incidenza risulta in aumento con l'avanzare dell'età: 78 casi per 100mila abitanti si registrano nella fascia 70-89 anni, 83 negli over 90.
Le varianti che circolano, spiega Gimbe, appartengono tutte alla famiglia Omicron. Nel nostro Paese risulta prevalente la cosiddetta variante Eris, in rapido aumento in Europa, Stati Uniti e Asia.
Al momento la situazione non sembra preoccupare, ma Cartabellotta lancia l'allarme in vista del prossimo autunno-inverno.
L'invito alle istituzioni resta quello di "mettere in atto tutte le azioni necessarie per proteggere anziani e fragili, incluso fornire raccomandazioni per gli operatori sanitari positivi asintomatici, oltre a rimettere in campo - se necessario - le misure di contrasto alla diffusione del virus". Alla popolazione, invece, l'invito è di "mantenere comportamenti responsabili".