L'autunno, con la sua tavolozza di colori caldi, la fresca brezza e la sottile nostalgia nell'aria, è una stagione che ha ispirato poeti di tutto il mondo per secoli. Questa stagione di transizione tra l'estate e l'inverno è stata celebrata e immortalata in molte opere letterarie, con poesie che catturano la sua bellezza, la malinconia e l'atmosfera unica. Ecco alcune delle poesie più famose che celebrano l'autunno.
John Keats, uno dei più grandi poeti romantici inglesi, ha scritto una delle poesie più iconiche sull'autunno. In "All'Autunno," Keats dipinge un quadro vivido della stagione, descrivendo il frutteto carico di mele mature, i grilli che cinguettano e le api che ronzano intorno ai fiori. Questa poesia è un inno alla bellezza dell'autunno e alla sua sensazione di abbondanza.
Le poesie brevi sono le più ardue da comporre, poiché richiedono la selezione attenta delle parole essenziali per evocare un'immagine o un'emozione. In questo caso, Garcia Lorca riesce, in soli cinque versi, a trasmettere pienamente le sensazioni legate all'autunno: l'immersione in un bosco, la percezione del sole che filtra tra le foglie ingiallite, conferendo loro uno splendore unico. Riesce anche a far emergere le intricate trame tessute dai ragni e a permettermi di assaporare la quiete e il silenzio che pervadono l'ambiente circostante.
I violini dell'autunno, celebrati da Paul Verlaine, ci affascinano ormai con la loro malinconia non appena il primo vento settentrionale inizia a soffiare. "Canzone d'autunno," scritta dal poeta francese nel 1866, rappresenta uno dei più straordinari e riusciti esempi di poesia simbolista.
È praticamente impossibile per il lettore non associare il sibilo dell'aria autunnale al suono struggente dei violini dopo aver assaporato questa opera di Verlaine. Tale connessione è diretta, capace di penetrare l'anima e di toccare il cuore, simile all'effetto che solo alcune note musicali possono generare, eludendo qualsiasi filtro della mente e superando la barriera della razionalità. Paul Verlaine è stato in grado di dar voce e di plasmare in un'immagine nitida quel sentimento indefinibile di malinconia che l'autunno trascina con sé.
La poesia "San Martino" è stata inclusa nel terzo volume di "Rime Nuove," che rappresenta la più esaustiva raccolta di poesie scritte da Giosuè Carducci, il rinomato poeta verista noto per la sua adesione al classicismo.
Questa poesia presenta alcune similitudini lessicali con un componimento datato 1858 di Ippolito Nievo, patriota e scrittore italiano. Questa similitudine ha portato numerosi studiosi a sostenere che Carducci possa essersi ispirato direttamente a Nievo per la creazione del suo testo.
Tuttavia, è importante notare che l'estate di San Martino è un tema che ha affascinato molti poeti del XIX secolo. Anche Gabriele D'Annunzio ha dedicato una riflessione a questo periodo dell'anno nella sua poesia "Novembre." Questo suggerisce che l'ispirazione per esplorare il motivo dell'estate di San Martino era condivisa da diversi autori dell'epoca.
Il poeta e drammaturgo turco Nazim Hikmet ci fa immergere nella magia delle notti autunnali, quando l'oscurità sembra espandersi senza fine, avvolgendo l'universo e suggerendo significati nascosti. Il crepuscolo avanza rapidamente, divorando il giorno pezzo per pezzo fino a inghiottirlo completamente sotto il suo vasto mantello notturno.
Nell'arrivo della sera, si percepisce una malinconia sottile che porta con sé il profumo della terra appena baciata dal sole e la rugiada che si posa delicatamente. Le notti d'autunno sono ricche di silenzi pregni di aspettative, carichi di messaggi mai pronunciati; sembrano vere e proprie voragini spalancate sull'arcano stupore del mondo. on