Dopo che negli ultimi giorni si sono susseguite polemiche, discussioni e richieste da parte della Lega di rimuovere dalla sua carica il direttore del Museo Egizio di Torino in quanto "razzista contro gli italiani" (un'accusa non nuova, e non fondata, per il direttore Christian Greco), il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano è intervenuto per assicurare che contro Greco "non è in corso nessuna minacciosa campagna per cacciarlo". Sangiuliano ha voluto anche chiarire che per l'Italia il Museo Egizio di Torino è "un elemento di orgoglio, e la Fondazione sceglie in autonomia il profilo più adatto a ricoprire la direzione", senza alcuna ingerenza, dunque, del governo.
In una lettera a "La Stampa", nel tentativo di mettere a tacere questa bufera, Sangiuliano ha sottolineato la formazione e competenza e, dunque, l'idoneità di Greco a ricoprire il ruolo di direttore del Museo Egizio di Torino, per il quale è stimato da molti:
Sangiuliano ha poi voluto rimarcare che nei confronti di Greco "non c'è alcun pregiudizio, né tanto meno è in corso una minacciosa campagna per 'cacciarlo'" e che il criterio guida per le attribuzioni delle cariche sarà quello del "merito, e non le appartenenze politiche"; ha poi rivolto una stoccata ai suoi predecessori (ma, a ben guardare, valida per il suo stesso governo), aggiungendo: "A differenza di quello che abbiamo visto in passato". Il ministro ha infine preso le parti dell'assessore regionale piemontese Maurizio Marrone, il quale avrebbe solo "riconosciuto le doti manageriali di Greco, non ha evocato nessuna 'epurazione'", attribuendo la colpa della polemica alla stampa e all'opposizione: