Sulla questione migranti, arriva il messaggio molto duro da parte dell'Onu, per la quale il salvataggio delle vite in mare rappresenta "un obbligo legale" non opinabile. L'organizzazione critica, inoltre, la criminalizzazione di coloro che si impegnano nell'assistenza umanitaria, con chiaro riferimento alle recenti polemiche politiche intorno alle ong.
L'Onu manda un richiamo ufficiale e durissimo sulla questione migranti. Lo fa attraverso la dichiarazione congiunta di Amy E. Pope, coordinatrice della Rete delle Nazioni Unite sulle migrazioni, e dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi.
La premessa da cui partono è il naufragio avvenuto esattamente 10 anni fa al largo di Lampedusa, che causò la morte di 368 persone.
Citando in numeri della strage del mare ormai quasi quotidiana - 2mila 517 persone morte o disperse solo nel 2023 nel Mediterraneo - Pope e Grandi sollecitano uno sforzo maggiore per porre fine a questa tragedia, non ravvisandolo tra le polemiche e i distinguo che accompagnano il dibattito internazionale su questo problema globale, compresi quelli riguardanti le ong.
Impossibile non leggere, nel passaggio sulla "criminalizzazione" di chi fornisce assistenza, un richiamo allo scontro recente tra Germania e Italia sul tema dei finanziamenti alle ong che operano nel Mediterraneo, annunciati dal cancelliere tedesco Olaf Scholz e duramente contestati dal governo italiano, con tanto di lettera firmata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Rarely does a week pass without stories from across the globe of tragedies and dramatic incidents, whether at sea or on land routes. These tragedies are preventable and the need to provide a meaningful response cannot be put off any longer.
— UNHCR, the UN Refugee Agency (@Refugees) October 3, 2023
Joint statement by @FilippoGrandi and… pic.twitter.com/hlVHANtZ9W
Dalla denuncia delle criticità, i due rappresentanti delle Nazioni Unite passano alla visione per il futuro e agli interventi necessari per scongiurare nuovi drammi sulle rotte migratorie nel Mediterraneo.
Gli Stati membri, però, dovranno cooperare con altre realtà, compresi esponenti della società civile, dell'impegno umanitario e gli stessi migranti. Un approccio "inclusivo" che per Pope e Grandi servirà a certificare la volontà degli Stati di risolvere il problema e aiutare i rifugiati in fuga dalle situazioni disperate dei loro paesi di origine.