Joe Biden è pronto ad alzare il muro al confine tra Usa e Messico, un progetto da sempre caro a Donald Trump. Il presidente degli Stati Uniti è disposto a "eludere" 26 leggi federali pur di costruire altri 32 km di barriera nella Rio Grande Valley.
I fondi per mettere in piedi il muro provengono da uno stanziamento ad hoc deliberato nel 2019 dal suo predecessore. Una mossa quasi disperata, stabilita per fronteggiare la crescente emergenza migranti negli Usa. Le prime proteste degli ecologisti sono già arrivate e i media a stelle strisce sono pronti a scommettere che arriveranno presto anche quelle della sinistra dem sul piano umanitario.
La prima mossa dell'attuale inquilino della Casa Bianca per fronteggiare la crisi è consistita nell'invio di una task force governativa in Messico. Nomi di spicco della squadra sono il Segretario di Stato Antony Blinken, l'attorney general Merrick Garland e la consigliera per la sicurezza interna Liz Sherwood-Randall.
Anche Eric Adams, sindaco dem di New York, è pronto a fare la propria parte per la sua città, "travolta" da un'ondata di arrivi. Il primo cittadino farà un tour tra Messico, Colombia ed Ecuador per scoraggiare nuovi viaggi: persino la Grande Mela è "al limite delle capacità".
Circa 63mila migranti sono attualmente stanziati soltanto nelle strutture di accoglienza di New York.
Un'occasione rivelatasi ghiotta per Donald Trump, sempre alla ricerca di opportunità per screditare il suo successore. Il tycoon ha affidato al suo social Truth una domanda retorica rivolta a Biden.
Così l'ex presidente in una sorta di rivendicazione della paternità del muro col Messico. Nel definire "corrotto" Biden, Trump trova "interessante" guardarlo mentre "infrange ogni legge ambientale per dimostrare che avevo ragione".