La vittoria del terzo titolo mondiale di Max Verstappen era nell'aria praticamente già da inizio anno ma gli elogi per il talento del pilota olandese oggi si sprecano. Al netto di una superiorità evidente della sua Red Bull, quanto dimostrato da Max nel corso di questa stagione è qualcosa di indescrivibile e che non può essere minimizzato in alcun modo.
Se è vero che Verstappen non ha avuto rivali, dall'altro lato il rendimento del compagno di squadra Perez fa capire che forse il solco creato dal figlio di Jos e tutti gli altri è frutto di lavoro e talento smisurati. Dopo la Sprint Race in Qatar, la stampa internazionale si inchina al nuovo campione del mondo azzardando i paragoni più svariati: da Senna a Schumacher, passando inevitabilmente anche per il "rivale di sempre" Lewis Hamilton.
Difficile etichettare Max, pilota di una personalità spaventosa sin dai primi anni in Formula 1 e soprattutto di una meticolosità e pulizia uniche, frutto anche di una crescita e una cura dei dettagli che è andata a poco a poco limandosi sempre di più.
La vittoria atipica (e finora unica nella storia) del titolo mondiale nella Sprint Race ha consentito alla stampa internazionale di "sbocciare" versando fiumi di elogi per uno dei campioni del presente, ormai del passato, e certamente del futuro. Gli azzardi più importanti riguardano naturalmente i confronti con le leggende del Circus a cui il campione olandese va necessariamente affiancato, anche puramente per una questione meritocratica.
Quanto visto finora in pista testimonia una forza devastante di Max tant'è che la stampa nazionale recita:
È lo stesso Turrini a paragonare Max a Senna per "l'istinto velocistico" mentre Fulvio Solms sul Corriere della Sera va addirittura oltre affermando: