Il procuratore speciale Usa Robert Hur ha ascoltato Joe Biden nell'indagine in merito ai documenti riservati ritrovati nella residenza del presidente degli Stati Uniti e in un suo ex ufficio a Washington.
Un'interrogazione volontaria, quella di Biden, condotta alla Casa Bianca tra domenica 8 ottobre e oggi, martedì 10 ottobre. A confermarlo lo stesso staff dell'inquilino della Casa Bianca: Biden e l'amministrazione, hanno spiegato, "stanno collaborando".
L'inchiesta aveva creato un certo imbarazzo negli ambienti della Casa Bianca: il ricordo, ancora vivo, è relativo alla condotta di Donald Trump dopo il suo addio alla Casa Bianca. Il tycoon aveva portato con sé nel suo resort di Mar-a-Lago, in Florida, alcuni file segreti. L'accusa a Trump era stata quella di aver ostacolato gli sforzi del governo per recuperarli, ma lui si è difeso spiegando di non aver fatto nulla di male.
Per quanto riguarda la vicenda Biden, tutto era cominciato a fine 2022. In un ufficio del presidente Usa, presso un centro studi di Washington, ma anche nel garage della sua residenza privata in Delaware, sono spuntate delle carte riservate. I documenti risalgono al periodo in cui era vicepresidente, tra il 2009 e il 2017, e ai suoi trent'anni al Senato americano.
Una contravvenzione alla legge americana, che vincola presidenti e vicepresidenti a trasferire tutti i loro documenti ufficiali, comunicazioni e altre note, agli archivi nazionali.
Nonostante l'imbarazzo generale sulla vicenda, nel corso dei mesi non è emersa alcuna prova che Biden potesse aver avuto un comportamento scorretto consapevolmente. Lo stesso presidente, a colloquio con i giornalisti a gennaio, spiegò di aver subito consegnato le carte in questione agli Archivi nazionali e al Dipartimento di Giustizia.
Biden ha detto che sta collaborando pienamente alle indagini e che "non vede l'ora di risolvere rapidamente la questione".