Il recente record di Kiptum apre nuovamente il dibattito: si può finire una maratona di 42,195 km sotto le due ore?
I più attenti risponderanno: si, è possibile. E’ già successo. Era il 2019 ed Eliud Kipchoge completò la maratona viennese 1:59 challenge di 42,195 km per l’appunto, con un tempo di 1 ora, 59 minuti e 40 secondi. Ma quel risultato non venne riconosciuto perché la 1:59 challenge non era un evento ufficiale e soprattutto poichè il suo svolgimento non era in condizioni definibili normali, poichè il maratoneta keniota nato il 5 novembre 1984 - da molti reputato il più grande maratoneta di tutti i tempi - corse con l’aiuto della tecnologia, usufruendo di pacemaker e una vettura intenta con un laser a proiettare la direzione, andando contro quindi le norme imposte dalla IAAF (International Association of Athletics Federations), ovvero l’organismo internazionale che sovraintende corsa su pista, corsa campestre, corsa su strada, maratona, camminata, corsa in montagna e corsa ultramaratona. Eliud Kipchoge - vincitore della maratona di Londra per ben quattro volte però tornò all’assalto nel 2022, in occasione della maratona di Berlino. E per poco non replicò il traguardo viennese, chiudendo la corsa segnando un nuovo record grazie al in 2 ore, 1 minuto e 9 secondi (battendo il suo stesso risultato, raggiunto sempre a Berlino nel 2018 di 2 ore, 1 minuto e 39 secondi). Tutto questo, fino a qualche giorno fa. Chiudendo la maratona di Chicago in 2 ore e 35 secondi Kelvin Kiptum ha siglato il nuovo record mondiale maschile. Il 23enne keniano stabilendo questo nuovo primato, supera il traguardo raggiunto del connazionale Kipchoge. Un miglioramento del recordo che ha riaperto la questione: si può coprire una maratona scendendo sotto le due ore?
Uno studio apparso su Medicine and Science in Sport and Exercise e scritto dagli scienziati della Monash University ha provato a dare una risposta al quesito. Lo studio, usando un modello statistico non lineare adibito per analisi economiche, si basa su tre criteri: le due ore di tempo impostate come limite di percorrenza, l'effettiva capacità del corpo umano di affrontare la cosa e le differenze tra fisico maschile e femminile. Durante il lavoro, gli scienziati hanno immesso nel modello i record della maratone maschili e femminili dal 1950 fino ai giorni nostri. La risposta? L'impresa è possibile. Ma dovremmo attendere ancora qualche anno. Almeno fino al 2032. E secondo lo studio, sarà un atleta maschio a tagliare il traguardo di una maratona sotto le due ore. E sulla scia di quanto fatto anche dall’etiope Tigist Assefa c’è chi pensa che il traguardo invece sia molto più imminente. Assefa nella Maratona di Berlino ha migliorato di due minuti il record del mondo nella maratona femminile. Arrivando qualche settimana fa alla Porta di Brandeburgo con il tempo di 2 ore 11 minuti e 53 secondi, l’etiope ha superato di 2 minuti e 11 secondi quanto fatto a Chicago il 13 ottobre 2019 dalla keniana Brigid Kosgei, ovvero 2 ore 14 minuti e 4 secondi. Si parò molto nel suo caso, riscontrabile anche in altri traguardo, dell'apporto fondamentale delle scarpe da corsa utilizzate, le cui migliorie stanno aiutando molto i corridori ad abbattare record su record.
Per altri invece, il traguardo è molto più vicino. In una recente intervista per Runner's World, Stefano Baldini, indimenticato campione olimpico di Atene 2004, ha dichiarato che con le condizioni giuste - la possibilità di chiudere una maratona sotto le due ore è molto vicina. E tornando al primo protagonista di questo articolo, quando Eliud Kipchoge venne interpellato su tale possibilità alla fine della maratone berline del 2022, rispose (come riportato da TuttoSport):
Ora però è giusto chiedersi se quel giorno non sia arrivato.