Il delitto di Perugia ha dominato per anni la cronaca nera italiana e ora torna sulle prime pagine una vicenda riguardo i protagonisti dei fatti. La Cassazione ha accolto il ricorso portato avanti da Amanda Knox in opposizione alla condanna per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba a proposito dell’uccisione di Meredith Kercher.
L’accoglimento del ricorso di Amanda Knox fa così decadere la condanna inflitta alla statunitense, all’epoca dei fatti studentessa a Perugia. In precedenza le erano stati comminati tre anni di reclusione a proposito delle calunnie portate avanti contro Lumumba. Ad oggi però è tutto decaduto e i giudici programmeranno un nuovo processo a Firenze.
La condanna per diffamazione a Knox era arrivata subito dopo l’assoluzione da parte della Cassazione per il delitto, arrivata sia per lei che per l’altro imputato, Raffaele Sollecito. La difesa della cittadina di Seattle ha impugnato però una dichiarazione della Corte europea dei diritti dell’uomo in cui si riconobbe la violazione, per la giovane, del diritto ad essere difesa.
L’omicidio di Kercher ha dominato per anni le pagine italiane e non solo, il caso è infatti particolarmente noto sia in Inghilterra che negli Stati Uniti a causa della nazionalità delle protagoniste della vicenda. La vicenda ha avuto così tanta risonanza da essere oggetto di un documentario promosso da Prime Video. Non è però stato il primo: anche Netflix si era interessato alla vicenda nel 2016, dando la parola all’accusata di raccontare la propria versione dei fatti.
Il processo è durato diverso tempo e l’assoluzione definitiva per i due principali imputati, Knox e Sollecito, è arrivata con la sentenza nel marzo del 2015. Il secondo ha portato avanti una richiesta di risarcimento nei confronti della giustizia italiana a proposito dell’ingiusta detenzione. L’istanza è però stata rigettata da parte della Corte d’Appello.