Arrestate in mattinata la moglie e la suocera di Aboubakar Soumahoro, lo riporta il quotidiano "Repubblica". Entrambe si trovano in questo momento ai domiciliari, una terza persona dovrebbe essere coinvolta.
Continua lo scandalo delle cooperative per i migranti. Oggi sono finite in manette la moglie di Soumahoro Liliane Murekatete e sua suocera Marie Therese Mukamatsindo. A disporre queste misure cautelari è stato il gip di Latina nell'ambito dello scandalo riguardo la gestione di cooperative che si occupavano della gestione di migranti e di minori non accompagnati in provincia di Latina. Ad effettuare le misure è stata la Guardia di Finanza. Poco tempo fa la moglie di Soumahoro si è difesa dalle accuse rivolte.
Anche il figlio della suocera del deputato dovrebbe andare ai domiciliari. Nei confronti delle persone appartenenti al consiglio di amministrazioni le accuse sono diverse: tra tutte ci sono frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale e autoriciclaggio. In manette sono finiti anche membri del Consiglio di Amministrazione della cooperativa sociale integrata "Karibu". La Guardia di finanza nel frattempo continua a indagare a riguardo.
Nell’indagine della Gdf, coordinata dalla procura di Latina sono state riscontrate diverse criticità nelle strutture gestite dalle cooperative. In particolare sono stati riscontrati un soprannumero di ospiti, alloggi in strutture fatiscenti con arredamento inadeguato, condizioni igieniche molto precarie senza derattizzazione e deblattizzazzione. Problemi anche per quanto riguardo il riscaldamento assente o comunque non adeguato. La Gdf ha riscontrato carenze nell'erogazione dell'acqua calda e nella conservazione delle carni.
Il gip di Latina ha parlato di un collaudato sistema fraudolento fondato sull'emissione e l'utilizzo di fatture per operazioni soggettivamente e oggettivamente inesistenti e altri costi inesistenti, adoperati dalla Karibu nelle dichiarazioni dal 2015 al 2019. Una struttura delinquenziale quindi che veniva gestita secondo un sistema familiare.
Lusso, centri estetici e altre spese con i soldi destinati alla gestione delle cooperative. Uno degli indagati ha aperto in Rwanda un supermarket e poi un ristorante. In altri casi invece i soldi sono stati utilizzati per gioiellerie, centri estetici, abbigliamento, negozi di cosmetica o addirittura di alberghi. Nelle pagine dell'ordinanza è possibile che l'utilizzo di carte di credito e prepagate, intestate alla Karibu venivano utilizzate per finalità private per importi come: