Un documento redatto dal ministero dell'Intelligence israeliana rivelerebbe un piano per ricollocare gli sfollati di Gaza: 2,3 milioni di persone verrebbero mandare in Egitto, verso il Sinai. Al Sisi sarebbe riluttante di fronte a un'ipotesi del genere mentre Israele potrebbe addirittura aver fatto pressione sui Paese europei per convincere il Cairo.
Un piano destinato a far discutere. Israele ieri ha riconosciuto che uno dei suoi ministeri aveva redatto una proposta in tempo di guerra per trasferire i 2,3 milioni di persone dalla Striscia di Gaza nella penisola egiziana del Sinai. L’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha parlato del rapporto compilato dal Ministero dell’Intelligence come un'ipotesi ma ciò non è bastato a placare la rabbia dei palestinesi e il dissenso egiziano. Il portavoce di Abu Mazen ha detto che non ci sarà un nuovo 1948 in riferimento all'esodo palestinese definito poi Nakba.
A scrivere il rapporto è il Ministero dell’Intelligence che conduce ricerche ma non stabilisce politiche ed ha offerto tre alternative per effettuare un cambiamento significativo nella realtà civile della Striscia di Gaza alla luce dei crimini di Hamas, come riportato in una nota. Il documento propone di spostare la popolazione civile di Gaza in tendopoli nel nord del Sinai, per poi costruire città vere e proprie e anche un corridoio umanitario. La "rivelazione" del piano arriva dopo pochi giorni dalle scuse del premier Netanyahu all'intelligence israeliana.
Il presidente egiziano Al-Sisi ha detto che un afflusso di rifugiati così imponente da Gaza eliminerebbe la causa palestinese e si rischierebbe anche di portare miliziani di Hamas nel Sinai dove potrebbero lanciare attacchi contro Israele. Una mossa azzardata che potrebbe mettere a repentaglio il trattato di pace stipulato nel 1979 tra Egitto ed Israele. Eppure Netanyahu sembra essere convinto del piano del suo ministero tanto che il Financial Times ha riferito ieri che il premier ha cercato di convincere i leader europei a fare pressione sull'Egitto affinché accetti i rifugiati. Qualche giorno fa Netanyahu ha asserito al fatto che la guerra israeliana è un po' la guerra di tutta l'umanità.