Luigi Berlinguer, uno degli uomini-simbolo della politica italiana, è morto all'età di 91 anni. Oltre 50 anni di carriera politica, ha lasciato un segno indelebile anche nel mondo della cultura e dell'istruzione, sia in veste di docente e rettore sia in quella di ministro.
La politica italiana del Novecento perde uno dei suoi uomini più rappresentativi.
A 91 anni è venuto a mancare Luigi Berlinguer, esattamente l'anno successivo ai festeggiamenti per il centenario di suo cugino Enrico, leader storico della Sinistra italiana. Era ricoverato dallo scorso agosto presso l'ospedale Le Scotte' di Siena, dove è deceduto.
La sua vita è stata segnata dalla partecipazione e dall'attivismo politico, prima nel PCI, poi nelle sue derivazioni successive: Pds, Ds e, infine, nel Pd. Il suo impegno nella 'Cosa Pubblica' inizia a cavallo degli anni Cinquanta del secolo scorso, prima nelle fila della Federazione Giovanile Comunista Italiana sarda, e poi nella direzione nazionale del PCI. Un'attività proseguita quasi ininterrottamente fino al 2014, anno in cui termina il suo mandato come europarlamentare del Partito Democratico.
In tutti questi anni, Berlinguer è stato deputato e senatore della Repubblica italiana. Ha poi assunto incarichi di ministro in due occasioni:
Berlinguer è stato, dunque, una figura fondamentale nel panorama culturale italiano, anche in virtù dei suoi anni come docente e rettore, presso l'Università di Siena.
Una vita, la sua, che ha meritato anche la ribalta cinematografica, con un documentario in suo onore realizzato lo scorso anno da Francesco Cordio - Luigi Berlinguer - Una vita di bolina - che ripercorre l'importanza dell'ex ministro nella rivoluzione della scuola italiana.
Mentre arriva la notizia che la camera ardente in onore di Luigi Berlinguer sarà aperta domani, 2 novembre, nell'aula magna del rettorato dell'Università di Siena, giungono anche le reazioni del mondo politico, a partire da quella sinistra nella quale l'ex ministro ha militato per quasi tutta la sua vita.
Elly Schlein, segretario del Partito Democratico, esprime il cordoglio di tutto il partito e dei suoi elettori per la morte di Berlinguer, aggiungendo un pensiero sull'eredità che lascia dietro di sé.
Anche Romano Prodi, che lo volle come ministro nel governo da lui guidato a partire dal 1996, ha voluto ricordare l'amicizia con Berlinguer e la sua passione per l'istruzione e per l'unità europea.
Anche Enrico Letta, su Twitter, ricorda con piacere la collaborazione con l'ex ministro, del quale esalta le riforme e le "idee lungimiranti".
Apprendo con profonda tristezza la notizia della scomparsa di Luigi #Berlinguer. Una vita per il miglioramento della ricerca e dell’insegnamento nel nostro paese. Lascia riforme importanti, valori profondi e idee lungimiranti. È stato un vero privilegio lavorare con lui.
— Enrico Letta (@EnricoLetta) November 1, 2023
Dal fronte del governo, le prime parole arrivano da Giuseppe Valditara, che ora siede proprio sulla poltrona di quel Ministero dell'Istruzione (cui si aggiunge il merito nella denominazione data dall'attuale esecutivo) dalla quale Berlinguer ha lasciato segni indelebili nella politica e nella società italiane.
Apprendo ora con grande dolore della scomparsa di Luigi Berlinguer. È stato un ministro appassionato di scuola, sempre aperto al dialogo, ha lasciato una traccia importante. Ai suoi cari le mie più sentite condoglianze.
— Giuseppe Valditara (@G_Valditara) November 1, 2023