Il ministro per la tradizione ebraica Amihai Eliyahu ha alluso alla possibilità che Israele sganci una bomba atomica su Gaza, per poi rimangiarsi tali parole dopo la dura reazione del primo ministro Benjamin Netanyahu. In particolare, Eliyahu questa mattina ha dichiarato che che una atomica su Gaza "sarebbe una delle possibilità"', anche se dovessero rimanere mortalmente coinvolti i 240 ostaggi israeliani, perché "le guerre hanno un loro prezzo". Netanyahu ha prontamente sanzionato le parole del ministro, bollandole come "oltraggiose e fuori dalla realtà". Con un'affermazione a sua volta esaminabile e giudicabile, Netanyahu ha preso le distanze da Eliyahu: "Le nostre forze operano sulla base del diritto internazionale, non per colpire innocenti".
In seguito alla ben comprensibile polemica scaturita dalle sue parole, Eliyahu ha tentato di rimangiarsi quanto detto, scrivendo in un tweet che "è chiaro a chiunque abbia un cervello pensante che l’osservazione sull’atomo era metaforica":
In seguito a quanto successo, il premier Netanyahu ha deciso di sospendere Eliyahu dalle riunioni di governo a tempo indeterminato.
Il segretario di Stato statunitense Antony Blinken incontrerà oggi il presidente dell'Autorità palestinese Mahmoud Abbas a Ramallah (capitale de facto dello stato di Palestina), nel primo viaggio del capo della diplomazia Usa in Cisgiordania dal 7 ottobre. Durante un'audizione al Congresso che ha avuto luogo questa settimana, Blinken ha sostenuto che "ciò che avrebbe più senso sarebbe un'Autorità palestinese efficace e rivitalizzata e che avrebbe la responsabilità della sicurezza per Gaza". Tuttavia, Ramallah non ha interesse a tornare a Gaza, se non nel quadro di un'iniziativa diplomatica che unisca l'enclave con la Cisgiordania e rinnovi il processo di pace con Israele. Tale progetto potrebbe anche essere sostenuto e agevolato dall'amministrazione Biden, ma troverebbe scarsa approvazione da parte del governo israeliano.