Tassa sui rifiuti: quali sanzioni per chi paga od omette la TARI? I contribuenti hanno sempre un appuntamento con le imposte. Tuttavia, milioni di italiani sono in difficoltà economica a causa dell’aumento dei prezzi e servizi; pertanto qualcuno riesce a pagare ogni fardello altri, invece, omettono dei pagamenti. Questo il motivo principale per cui si cercano soluzioni alternative per pagare di meno le sanzioni sulla tassa sui rifiuti.
Innanzitutto, prima di procedere con le domande più frequenti e le relative risposte sulle sanzioni previste sulla tassa sui rifiuti TARI, diamo uno sguardo alle disposizioni normative contenute nell’articolo 13 del Decreto legislativo del 18/12/1997 n. 471, che recita:
Spiegando ancora l’applicazione delle sanzioni:
In linea generale, è importante sottolineare che a seconda dell’importo complessivo dell’omesso pagamento dei tributi si può incorrere in un’evasione fiscale o illecito tributario.
Il contribuente che ha un debito TARI complessivo superiore a 30.000 euro è punibile con una detenzione, poiché la violazione scaturisce in evasione fiscale. Se, invece, il debito non supera tale soglia, il contribuente è chiamato a versare una sanzione pecuniaria abbastanza corposa, poiché la violazione scaturisce in un illecito tributario.
Quando, invece, non si rispetta la scadenza e il pagamento viene effettuato in ritardo, alla somma dovuta a titolo di tassa sui rifiuti vengono aggiunte sanzioni e interessi.
Se il contribuente si adopera per regolarizzare la propria posizione debitoria tramite il ravvedimento operoso, la sanzione viene ridotta. È importante sottolineare che la tassa sui rifiuti viene gestita dai Comuni; pertanto, vengono ridimensionate le sanzioni rispetto a quanto si pagava in passato per il mancato o ritardo versamento della TARI.
In teoria, la sanzione applicata dal Comune dovrebbe attestarsi intorno al 30%, la quale, se regolarizzata entro 90 giorni, viene ridotta della metà.
Conformemente alle spiegazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate gli errori, le omissioni e i versamenti carenti possono essere regolarizzati provvedendo spontaneamente alla rimozione formale della violazione commessa e al pagamento":
La sanzione ridotta è pari a:
Se il contribuente riceve una notifica di avviso di accertamento TARI, dispone di 60 giorni dalla data della notifica per pagare l’importo dovuto.
Nel caso di mancato pagamento, l’avviso di accertamento diventa esecutivo. Ciò significa che all’importo dovuto andranno aggiunti gli interessi, sanzioni e oneri della riscossione.
Secondo quanto si legge dall’Agenzia delle Entrate, l’avviso di accertamento esecutivo è l'atto mediante il quale l'ufficio notifica formalmente la pretesa tributaria al contribuente a seguito di un'attività di controllo sostanziale. L'avviso di accertamento deve essere sempre motivato, a pena di nullità, e deve indicare: gli imponibili accertati e le aliquote applicate.
Nell’ipotesi in cui risultano delle pendenze debitorie per l’omessa regolarizzazione della tassa dei rifiuti degli anni precedenti, si consiglia di rivolgersi all’Ufficio Tributi del proprio Comune per sanare la posizione debitoria con il ravvedimento operoso.
In ogni caso, il pagamento può essere effettuato tramite il modello F24, bollettino postale o con MAV. In teoria, il Comune invia la comunicazione del pagamento della tassa sui rifiuti a mezzo posta già completa di bollettini o moduli F24.
L’imposta TARI va in prescrizione dopo un periodo quinquennale. Gli anni di prescrizione partono dall’anno successivo a quello del pagamento dell’imposta.
Tuttavia, è bene sapere che in presenza di atti interruttivi della prescrizione, come ad esempio richieste di pagamento, il periodo viene azzerato; pertanto, il calcolo della prescrizione parte dal momento della notifica dell’atto di interruzione.