Il consueto messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha onorato la celebrazione della Giornata internazionale dei Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza. Un'opportunità, per il Capo dello Stato, di focalizzarsi sul complesso quadro internazionale.
Bambini e ragazzi sono tra le vittime di "guerre, crisi climatiche, povertà", che non fanno che "aumentare - di anno in anno - il numero di bambini e adolescenti in fuga dalla propria condizione, dalla propria terra, alla ricerca della salvezza e della emancipazione da un destino disumano".
Le bambine e i bambini hanno diritto a pari opportunità nella vita, hanno diritto di essere ascoltati, accettati e di vivere la loro età. Hanno diritto alla pace.
Fondamentale dunque "riconoscere in concreto e promuovere questi diritti, fornendo gli strumenti per diventare adulti consapevoli". In questo modo diventa possibile "offrire a tutti noi la speranza di un futuro migliore".
Pur sottolineando "l'impegno profuso, stimolato anche dalla sottoscrizione della Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza", Mattarella ribadisce che quanto fatto "non è stato sin qui sufficiente". A detta del Capo dello Stato, resta "troppo alto il divario esistente tra esigenze e risultati". Anche in Italia la situazione per i minori è a tratti "inaccettabile": sono ancora in molti che versano in condizioni di povertà.
Istituita per la prima volta nel 1954 come Giornata universale dell'infanzia, l'iniziativa ricorre il 20 novembre di ogni anno. Una data non casuale, utile a commemorare la Dichiarazione dei diritti del fanciullo approvata durante l'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 20 novembre 1959.
Nella stessa data, trent'anni più tardi, le Nazioni Unite adottarono la Convenzione sui diritti dell'infanzia nel 1989.