Chi è Stefano Valdegamberi, il consigliere veneto 53enne finito al centro della bufera per alcune dichiarazioni pubblicate sul proprio profilo Facebook riguardanti Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, l'ennesima giovane vittima di femminicidio in Italia. Le parole di Valdegamberi hanno scatenato un grande polverone. Il politico poi si è subito difeso.
Nato il 6 maggio 1970, Stefano Valdegamberi oggi ha 53 anni. È laureato in Economia e commercio. In passato ha ricoperto il ruolo di caposettore amministrativo e segretario del consorzio di bonifica Zerpano Adige Guà. Dal 1997 è stato sindaco di Badia Calavena (Vr). Egli è anche stato assessore della comunità montana della Lessinia, consigliere dell'Aato di Verona e presidente della società Covigas.
Nel 2005 ha occupato il ruolo di assessore al personale e al patrimonio, enti locali e comunità montane. Nel 20006 ha assunto la delega alle politiche sociali. Nel 2009 ha aderito alla Costituente di Centro. Poi è ritorno in Consiglio nel 2010 per il secondo mandato. Oggi è ancora consigliere della Regione Veneto.
Stefano Valdegamberi ha ripreso, sul proprio profilo Facebook, uno spezzone video che ha visto al centro Elena Cecchettin, mandato in onda dalla trasmissione Dritto e Rovescio. La sorella di Giulia, la giovane ragazza trovata senza vita dopo 7 giorni di ricerche, ieri sera, durante la fiaccolata in onore della vittima, ha parlato non solo di Filippo Turetta (l’ex fidanzato di Giulia arrestato mentre era in fuga in Germania e gravemente indiziato per il suo omicidio) ma anche di tutti gli uomini che compiono violenza nei confronti delle donne e che arrivano anche ad ucciderle.
Nello specifico, il consigliere veneto ha ripostato il filmato di Elena e ha affermato che la sorella di Giulia non lo ha convinto per la freddezza e l’apaticità mostrata dalla ragazza di fronte ad una tragedia così grande. Ma non solo. Stefano Valdegamberi ha anche rivelato che le sue parole hanno fatto crescere in lui dubbi e sospetti che i magistrati dovrebbero valutare attentamente. Ha sostenuto inoltre di non condividere le dichiarazioni rilasciate.
Il post su Facebook recita così:
E ancora Valdegamberi:
Il politico ha sostenuto inoltre che più che dare la responsabilità di questo femminicidio alla società patriarcale, bisognerebbe parlare di società satanista. Il consigliere ha poi usato parole come copione, recita e aggettivi come predeterminato e precostituito. Ha precisato comunque che si tratta di una sua suggestione e che potrebbe sbagliarsi.
Su Stefano Valdegamberi è subito scoppiata una bufera. Il consigliere è finito al centro di un ciclone per le sue dichiarazioni. In un primo momento egli era stato associato alla Lega però oggi, direttamente da via Bellerio, è arrivata una dichiarazione ufficiale. I membri del Carroccio hanno sostenuto:
Valdegamberi non è iscritto alla Lega e non è mai stato un militante della Lega.
A questa affermazione il politico ha risposto. Ai microfoni di Adkronos ha dichiarato:
Egli ha così replicato in modo ironico al comunicato della Lega. Ha anche ricordato di essere stato il più votato all'interno della Regione Veneto con la lista Zaia. Infine ha affermato:
Ad attaccare il consigliere 53enne oggi sono state diverse persone, tra cui anche esponenti politici. Dopo il post pubblicato ieri sera con un commento sulla sorella di Giulia Cecchettin, egli è stato ampiamente criticato. Pare che Valdegamberi abbia addirittura ricevuto anche minacce di morte legate proprio alle sue dichiarazioni rilasciate su Elena, sorella della vittima, intervenuta ai microfoni del programma Dritto e Rovescio nel corso della fiaccolata a Vigonovo.
Il consigliere questa mattina inoltre, intervistato da Akdkronos, ha riferito fatto un commento sulla sorella di Giulia, la quale, secondo lui, avrebbe scagionato il vero colpevole dell'omicidio per mettere una croce addosso a tutti i maschi. Ha detto inoltre di non sentirsi né un colpevole né un mostro.
In particolar modo Stefano Valdegamberi ha sostenuto che non si dovrebbe parlare di un fatto sociale in quanto le responsabilità del delitto sono individuali. Ha invitato inoltre tutti a interrogarsi sul problema della mancanza di valori. Ha puntato il dito contro chi segue modelli sbagliati come i rapper che incitano alla violenza.
Infine il consigliere ha concluso, sempre riferendosi alle parole di Elena Cecchettin: