21 Nov, 2023 - 19:05

Ucraina-Italia, una qualificazione con il fiatone. De Sisti: "Ora va cambiato registro. Rigore? L'arbitro ha deciso così, ma il tocco sembra esserci"

Ucraina-Italia, una qualificazione con il fiatone. De Sisti: "Ora va cambiato registro. Rigore? L'arbitro ha deciso così, ma il tocco sembra esserci"

Ucraina-Italia è stata un'altalena di emozioni culminata con i brividi freddi del contatto tra Mudryk e Cristante che non ha portato al rigore per la selezione ucraina, che per Giancarlo De Sisti"poteva inguaiarci, ma l'arbitro ha deciso così, quindi finisce lì".

L'ex centrocampista di Fiorentina, Roma e della Nazionale ha vissuto sulla sua pelle l'onore della maglia azzurra, e sa che a far da motore trainante è la convinzione di poter tenere il passo con le altre concorrenti, quello che dovrà fare la squadra del ct Spalletti.

A tal proposito, in esclusiva a Tag24, De Sisti ha spiegato la sua formula per vedere un'Italia pronta e convinta dei propri mezzi in vista di Euro 2024.

Ucraina-Italia, una qualificazione con il fiatone. De Sisti: "Ora va cambiato registro. Rigore? L'arbitro ha deciso così, ma il tocco sembra esserci"

Ucraina-Italia è stata la chiusura di un capitolo per De Sisti. Adesso se ne apriranno altri, e l'Italia dovrà essere capace a scrivere pagine importanti.

D: Alla fine è arrivata la qualificazione. Che Italia è stata fino a questo momento?

R: Tutto è inglobato all’interno di un moto di soddisfazione, perché se analizziamo punto per punto i vari passaggi in alcune partite si sono viste cose positive e in altre un po' meno. Adesso bisogna cambiare registro, lasciare per un attimo quella condizione di incertezza che ci ha portato a soffrire anche con altre squadre sulla carta inferiori. Siamo arrivati col fiatone fino a qui, ed è stato uno stimolo per far bene, con i giocatori che hanno voluto dimostrare di esserci. Da questo punto di vista c’è stata risposta, la speranza è quella di essere tornati consapevoli nel poter essere dominanti contro realtà non più forti di noi. Ad oggi si sono viste alcune cose buone e altre meno, ma ora bisogna lavorare sodo perché incontreremo rose più attrezzate per arrivare preparati ad Euro 2024, siamo pur sempre l’Italia.

D: La qualificazione è già il passato dunque

R: In funzione dell’Europeo non basta più la reazione, arrivare con il fiatone al 90’ non paga, possono succedere episodi come quello del rigore di ieri che possono essere deleteri. Bisogna convincersi che queste ultime partite abbiano tirato fuori cose positive, specie con Macedonia del Nord e Ucraina, dove nonostante tutto alcuni rischi abbiamo corso dei rischi, quelli devono essere annullati.

Qualificazione tra polemiche e uno sguardo al futuro

Adesso è tempo di fare sul serio. Sette mesi separano l'Italia campione in carica da Euro 2024, Spalletti dovrà mettere mano su molte cose, anche quella polemica sul rigore non dato a Mudryk dopo il contatto con Cristante non si spegne.

D: Ma era rigore quello di ieri?

R: Diciamo che se non era un rigore, allora era un’azione travestita da rigore (ride). Adesso la volontarietà non conta più, prima caratterizzava la decisione dell’arbitro, ora non c’entra più. Il tocco sembra esserci, poi l’arbitro ha deciso per non darlo e allora basta così, in sala Var lo avranno rivisto tante volte, noi giudichiamo vedendo tutto dalla tv.

D: Chi ti sta piacendo tra i giocatori?

R: Parto da Chiesa, che un Europeo lo ha già giocato e vinto, giocando magnificamente. Sta facendo bene anche adesso, ma non c’è solo lui, aggiungo anche Dimarco. È una spada, giocatori così sarebbero i cosiddetti quinti, ma lui è un ventesimo: fa tutta la fascia, poi diventa mezz’ala, poi incursore, e poi rifinitore, senza dimenticare che sta facendo bene anche all’Inter, così come Barella. Questo per dire che i nomi ci sono e possono farci ben sperare, più la voglia di Spalletti nel riportare la barca verso la direzione giusta. Dobbiamo convincerci di essere forti, magari c’è una Spagna che colpisce, ma alla fine non c’è chi spicca maggiormente, chi più chi meno ha dei difetti.

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Andrea Mollas
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