Il ministro Francesco Lollobrigida non vuole sentir parlare di dimissioni e difende il suo operato in merito alla vicenda del treno Frecciarossa da lui fermato per poter scendere e proseguire il suo viaggio a bordo dell'auto blu. Lollobrigida ritiene di non aver commesso alcun abuso di potere, e di aver fatto una cosa permessa a tutti i cittadini.
Nessuna marcia indietro, anzi. Il ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida offre ai cronisti - per la verità, un po' perplessi - la sua versione per quanto accaduto martedì 21 novembre. Lo fa a margine del Forum Coldiretti, organizzato con The European House – Ambrosetti a Villa Miani a Roma.
Ritiene, infatti, di non aver commesso alcun abuso di potere, facendo fermare il treno in cui viaggiava all'altezza di Ciampino, e spiega le motivazioni del suo gesto, da lui ritenuto perfettamente legale.
La vicenda, che ha già scatenato l'ironia del Web con moltissimi meme dedicati, potrebbe essere l'ennesima versione moderna di una storia del Marchese del Grillo, ma Lollobrigida non accetta la narrazione che lo vedrebbe come il potente di turno che esercita i propri privilegi sopra tutto e tutti. Difende, infatti, la ragione della sua richiesta, legata al parco di Caivano che, proprio in quella giornata, veniva riconsegnato alla cittadinanza dopo anni nelle mani della criminalità.
Lollobrigida imposta la sua 'difesa' proprio a partire dal suo ruolo istituzionale e dagli impegni che questo comporta, per poi ripetere che, qualora ce ne fosse il bisogno, risponderà a ciò che gli venisse contestato.
Non è la prima volta che Lollobrigida si trova al centro della bufera, dopo le parole sui "poveri che in Italia mangiano meglio dei ricchi" e le sue esternazioni sul rischio di "sostituzione etnica" nel nostro Paese a causa dei migranti. Ma il ministro non ci fa caso e tira dritto per la sua strada.
A sostegno di Lollobrigida arrivano, sempre dal Forum Coldiretti, le dichiarazioni del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che bolla la vicenda come "una sciocchezza", rigettando l'ipotesi delle dimissioni, in quanto il ministro era in missione istituzionale.