Bill Gates torna a parlare di intelligenza artificiale (AI) e della sua correlazione con il lavoro del domani. Il fondatore di Microsoft apre all'ipotesi di una settimana lavorativa che nel prossimo futuro potrebbe ridursi a soli tre giorni.
L'imprenditore, quinto uomo più ricco al mondo nel 2023 secondo Forbes, ha ripreso l'argomento durante una puntata del podcast "What Now?" di Trevor Noah. In merito alle possibilità che l'AI comporti dei rischi sul mondo del lavoro e sui lavoratori, Gates ha minimizzato questa ipotesi.
L'intelligenza artificiale, piuttosto, porterà gli individui del futuro a non dover "lavorare duramente". Questo perché, secondo lui, potrebbe esistere un mondo in cui "le macchine producono il cibo" e tutto il necessario per la sopravvivenza.
Non è la prima volta che l'ex amministratore delegato di Microsoft dice la sua sulla questione. Negli scorsi mesi aveva dichiarato di non credere "che l'impatto dell'intelligenza artificiale sarà così drammatico come quello della rivoluzione industriale".
Diverse fonti hanno dato ragione a Gates in merito al fatto che l'AI non costituirà un pericolo per i lavoratori. Il professor Antonio Cocozza, esperto di sociologia del lavoro e delle organizzazioni, ai microfoni di Tag24 ha parlato di una "prospettiva" in cui "lavoreremo tutti meno".
Anche Jamie Dimon, ceo della multinazionale statunitense di servizi finanziari JPMorgan, aveva affermato che la prossima generazione di lavoratori avrà una settimana lavorativa più breve. Tutto merito dell'intelligenza artificiale, che ci permetterà di lavorare circa 3,5 giorni a settimana.
A proposito di AI, negli ultimi giorni anche Elon Musk ha dimostrato di non volersi far cogliere impreparato dall'avanzare della tecnologia. L'eccentrico proprietario di Twitter/X e Tesla ha lanciato la sua nuova società di nome xAI.