Thomas Summerer è il sindaco di Sesto, il paese dove è cresciuto Jannik Sinner, uno degli eroi dell'impresa azzurra in Coppa Davis: ecco cosa ci ha detto in quest'intervista
Thomas Summerer è il sindaco di Sesto, nella provincia autonoma di Bolzano, in Trentino-Alto Adige. Lo splendido paese attraversato dal Rio Sesto, tra Val di Sesto e la limitrofa San Candido, in questi giorni è salito alla ribalta essendo il paese dove è cresciuto Jannik Sinner. Il tennista italiano infatti, nato all'ospedale di San Candido, ha poi vissuto a Sesto, tra i primi passi nello sci fino alla scelta definitiva nel tennis. A ridosso della storica vittoria dell'Italia in Coppa Davis, grande capitolo conclusivo per la stagione del tennista altoatesino, abbiamo raggiunto proprio il sindaco Summerer, che ci ha racconto tanti momenti riguardanti sia l'illustre cittadino sia come il paese, ma non solo, hanno vissuto gli ultimi traguardi del tennis azzurro.
Sindaco, tra le tante attività che deve svolgere tutti i giorni, di recente si è aggiunta quella di rispondere a tutte queste telefonate e le domande su Sinner…
Siamo tutti completamente sopraffatti delle grandi performance di Jannik, e tutto il paese è orgoglioso di lui. Nelle ultime due settimane, dagli ATP Finals fino alla Coppa Davis tutti erano davanti alla tv a guardarlo. Oltre ai suoi straordinari risultati sportivi, si può dire che Jannik colpisce anche per il suo lato umano. La sua semplicità, l’umiltà, la modestia, l’onestà, lo spirito di squadra e il suo spirito combattivo. Secondo me, anche la sua gentilezza lo rende uno sportivo eccezionale, un esempio assoluto per tutti noi.
Come ha reagito Sesto all’onda d’urto Sinner? Vi siete mai resi conti che avevate tra di noi uno dei futuri fenomeni del tennis mondiale?
Tanti si sono incontrati nella zona sportiva per vedere le sue partite trasmesse dalla Rai, tanti altri sono stati a casa a seguire il match.
Jannik è sempre stato eccezionale. Prima gareggiava nello di sci e nelle varie categorie è riuscito anche a vincere i Campionati italiani. Poi, ad un certo punto (lo seguiva già da bambino) è arrivato il tennis e ha scelto che la sua via nello sport era quella. E così, a 12, 13 anni ha iniziato ad allenarsi alla scuola di di Piatti a Bordighera, ad imparare questo sport, no.
Si, ci aspettavamo da un po che Sinner diventasse un vero campione.
State organizzando qualcosa per festeggiare i suoi trionfi?
Sì, stiamo lavorando per organizzare qualcosa. Siamo in contatto con l'ufficio del Presidente del Consiglio della nostra provincia e stiamo preparando per Sinner una festa di benvenuto. Bisogna parlare un attimo anche con il suo management per trovare un giorno in cui sarà a Sesto. Quando avrà tempo ci sarà sicuramente un evento onorarlo.
Un commento su quanti nei giorni scorsi, nonostante quello che stesse facendo, hanno tacciato sui social o si sono espressi, più o meno velatamente, sul fatto che Sinner "non sia italiano"?
A me sembra che lui si senta molto italiano, no? Basta guardare come si comporta durante l’inno nazionale. Noi fino alla Prima guerra mondiale facevamo parte dell’Impero Austrio-Ungarico e dopo la Guerra siamo entrati nell'Italia e noi tutti siamo nati nell'Italia. Io ho fatto il militare a Roma, insieme con altri dieci ragazzi della provincia di Bolzano. Si, siamo un po diversi del carattere, forse un po più rigidi, ma secondo me Jannik è la combinazione ideale tra questi due mondi.
L’unica cosa da fare adesso sono le congratulazioni a Jannik e le congratulazioni alla squadra azzurra che è riuscita dopo 47 anni a vincere questa questa Coppa Davis. Per me questa vittoria è paragonabile al Mondiale di Calcio dell'82, vinto dopo 44 anni, sempre in Spagna: una squadra che era in grado di dare speranza a tutto il Paese. La squadra che ha vinto ieri la Coppa Davis è in grado di dare speranza a tutto il paese, in un momento anche un po difficile.