A Perugia si sono verificati i primi due casi di polmonite da mycoplasma pneumoniae, dopo le notizie di una vasta diffusione delle infezioni in Cina: i due malati sono due bambini, neonati, i cui casi sono stati già segnalati all’Istituto superiore di sanità.
Tutti e due i bambini che sono stati ricoverati hanno manifestato sintomi dal punto di vista respiratorio, ma fortunatamente sono in buone condizioni di salute. Uno dei due, infatti, è già stato dimesso dall’ospedale, mentre l'altro potrà fare nuovamente ritorno a casa tra qualche giorno. Questo esito offre sicuramente un segnale meno allarmante di quanto si potesse pensare, nonostante la gravità iniziale della situazione.
Durante l’analisi dei due casi, sono emersi alcuni dettagli determinanti. Il primo bimbo aveva anche un’infezione da Rhinovirus, mentre per il secondo, che attualmente si sta sottoponendo a terapia antibiotica, la polmonite è stata attribuita allo streptococco.
Di solito, il mycoplasma si localizza soprattutto nel tratto respiratorio, dove è innocuo o provoca delle infezioni asintomatiche: nelle persone sane il sistema immunitario è sempre stato in grado di contrastare la proliferazione del batterio (che si diffonde molto rapidamente in ambienti affollati, provocando delle epidemie).
Il mycoplasma, per questo, non circolava in modo epidemico da diversi anni, tanto che gli studiosi hanno creduto che si sia ridotta l’immunità a questo microrganismo. Vi sono esperti che hanno ipotizzato una nuova fragilità, in seguito alla pandemia da Covid-19: si parla di un gap immunitario.
Questo batterio, in meno del 10% dei casi, può condurre ad una polmonite atipica, che viene trattata con farmaci antibiotici: per questo motivo, gli studiosi si stanno premurando di comprendere i rischi che derivano dall’antibiotico-resistenza.
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