L'immobiliarista romano Danilo Coppola è stato arrestato a Dubai. La misura arriva in seguito a un mandato di arresto emesso dopo la conferma della Cassazione della condanna a sette anni di reclusione per bancarotta fraudolenta, stabilita dalla Corte di Appello di Milano il 17 luglio 2020.
Classe 1967, Danilo Coppola è nato a Roma da una famiglia siciliana. Il nonno era un costruttore che ha fatto fortuna in Marocco. Anche il padre, impiegato statale, si era dedicato al settore immobiliare proprio negli anni del boom edilizio. Alla morte del genitore, negli Anni '90, Danilo eredita l'azienda di famiglia e in breve costruisce una fortuna, tanto da meritarsi il soprannome il soprannome di Er Cash.
I primi guai giudiziari iniziano nell’estate del 2005 con lo scandalo finanziario di Bancopoli, nel quale viene coinvolto insieme ad altri immobiliaristi romani definiti «furbetti del quartierino». Inoltre, alcune inchieste giornalistiche lo collegano alla Banda della Magliana, illazioni poi smentite dalla magistratura.
Il 1º marzo 2007, Coppola viene arrestato con le accuse di bancarotta, riciclaggio, associazione a delinquere e appropriazione indebita. Nel 2013 sarà assolto con formula piena. Nel 2016 arriva però un'altra condanna per bancarotta fraudolenta, confermata nel 2020. Latitante fino all'arresto di Dubai, ha postato negli ultimi tempi video su Instagram in cui si è sempre dichiarato innocente.
Il provvedimento che ha portato alla sua detenzione è la conseguenza di un mandato di arresto emesso in seguito alla condanna in via definitiva emessa a luglio del 2022 per il crac del Gruppo Immobiliare 2004, di Mib Prima e di Porta Vittoria, la società che avrebbe dovuto riqualificare l’omonimo quartiere milanese, salvata dal fallimento su richiesta dei creditori.
Grazie al mandato d'arresto internazionale firmato dalla pm Adriana Blasco, Coppola è stato individuato a Dubai. Gli investigatori hanno quindi proceduto alla misura cautelare, a cui è seguita la richiesta di estradizione verso l'Italia. L'immobiliarista dovrà scontare la pena di 6 anni, 2 mesi e 12 giorni, ricalcolata rispetto ai 7 anni previsti per il cosiddetto "pre-sofferto".