Si aprirà il prossimo 15 febbraio, davanti al Tribunale per i minori di Napoli, il processo a carico del killer di Giovanbattista Cutolo, il musicista di 24 anni ucciso a pochi passi da Piazza del Municipio all'alba del 31 agosto scorso. Il giovane, di 17 anni, è accusato di omicidio volontario aggravato. Altri due ragazzi, entrambi maggiorenni, sono invece formalmente indagati per concorso in omicidio e rissa.
Stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini grazie alle testimonianze dei presenti e all'analisi dei filmati delle videocamere di sorveglianza, sarebbe stato il 17enne imputato a sparare a Giovanbattista Cutolo i colpi di pistola che lo avrebbero ucciso. Era il 31 agosto scorso.
I giovani si trovavano, insieme ai rispettivi amici, di fronte a un pub di Piazza del Municipio, a Napoli, quando, per futili motivi, avevano iniziato a litigare. Cutolo, intervenuto in difesa di un amico, offeso dal gruppo avversario, era stato preso di mira dal giovane che, dopo aver estratto una pistola, gliel'aveva puntata contro, esplodendo almeno tre colpi.
Rintracciato dopo essersi dato alla fuga, agli inquirenti aveva detto di aver sparato - con una pistola trovata in strada - per difendersi e non per uccidere: temeva che Cutolo, avvicinatosi a lui "con fare minaccioso", volesse picchiarlo. Le immagini però mostravano altro: l'avrebbe addirittura inseguito, sparandogli anche quando lui era già a terra, inerme, impedendo agli amici e alla fidanzata che erano con lui di soccorrerlo. Poco dopo, infatti, sarebbe morto.
Il minorenne, attualmente detenuto a Napoli, sarà processato per omicidio aggravato dal prossimo 15 febbraio. Stando agli ultimi sviluppi delle indagini, sarebbe stato aiutato da due suoi amici, due ragazzi di 20 e 28 anni già noti alle forze dell'ordine per piccoli reati contro il patrimonio e rapina di orologi di lusso.
Uno di loro è indagato per concorso in omicidio, perché avrebbe ceduto al 17enne la pistola usata per uccidere Cutolo; l'altro per rissa: sarebbe stato lui a provocare verbalmente la comitiva del musicista, svuotando una bustina di maionese in testa a un suo amico e poi aggredendo lui e gli altri con calci e pugni, ma anche lanciando sedie e tavolini.
L'episodio finale dell'alterco, insomma. Quello che avrebbe spinto la vittima a farsi avanti, per cercare un dialogo e difendere l'amico, prima di venire ammazzata.
Pochi giorni fa a Napoli ai genitori del musicista ucciso, Franco Cutolo e Daniela Di Maggio, è stata consegnata la Medaglia d'oro al valore civile alla presenza del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, che si è detto molto colpito dalla vicenda del giovane, membro dell'orchestra Scarlatti Camera Young.
La vicenda, a dire il vero, aveva scosso tutti, portando tanti a riflettere sulla deriva violenta delle nuove generazioni, soprattutto nella città partenopea, che pochi mesi prima era stata teatro di un caso di cronaca simile: l'omicidio del 18enne Francesco Pio Maimone, consumatosi davanti agli chalet di Mergellina, sul lungomare napoletano, a marzo.
In quel caso a sparare alla vittima fu un 19enne, Francesco Pio Valda: secondo la Procura, il ragazzo, figlio di un camorrista ucciso nel 2013 in un agguato di mafia, avrebbe voluto esplodere i colpi contro un gruppo di "rivali", ma sbagliò bersaglio. Dopo il delitto si mise alla fuga, lasciando il giovane a terra. Fu rintracciato grazie alle testimonianze dei presenti e fermato. Oltre a lui sono stati arrestati 7 complici, inclusa la sorella Giusy: congiuntamente si sarebbero occupati di far sparire l'arma del delitto.