12 Dec, 2023 - 15:20

Atletico Madrid-Lazio, Cesar: "Il club tira troppo la corda e questa squadra non fa mai il salto di qualità"

Atletico Madrid-Lazio, Cesar: "Il club tira troppo la corda e questa squadra non fa mai il salto di qualità"

Quello tra Cesar e la Lazio è un legame indissolubile, che si è addirittura fortificato con il passare degli anni. Ex difensore brasiliano, ma romano di adozione, arrivato da San Paolo nel 2001, si è conquistato un posto d'onore nel cuore dei tifosi biancocelesti. Esterno mancino veloce e di grande qualità, perfetto per il 3-5-2 di Zoff, ma è sotto la guida di Mancini che 'Cesaretto' riesce ad esprimersi al meglio. Anno dopo anno acquisisce sempre più centralità, tanto da arrivare ad indossare la maglia numero 10 nel 2004. Per commentare il momento della squadra di Sarri e la gara di Champions di domani, Atletico Madrid-Lazio, Cesar è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Atletico Madrid-Lazio, Cesar a Tag24

La stagione della Lazio continua ad essere deludente. In campionato la squadra di Sarri non riesce ad ingranare nonostante abbia avuto più di qualche occasione per rilanciarsi in corsa Champions. Il quarto posto è ancora a un passo, ma al momento è bagarre e sono tante le squadre coinvolte nella lotta europea. Eppure proprio in Europa i biancocelesti hanno mostrato un altro volto, molto più cinico e motivato. La qualificazione agli ottavi di finale è già stata centrata con un match d'anticipo, ma domani contro la squadra di Simeone servirà l'impresa per provare a vincere e conquistare il primo posto. Per commentare la stagione del club capitolino e la prossima sfida, Atletico Madrid-Lazio, Cesar, ex difensore che ha vestito la maglia biancoceleste per 5 stagioni, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Domani sera la sfida difficilissima contro l'Atletico Madrid. Eppure la Lazio ci deve provare perchè con un'impresa potrebbe centrare il primo posto del girone di Champions. Che cosa ti aspetti?

"Partita difficilissima, ma va detto che quando la Lazio ha affrontato l'Atletico a Roma, ha avuto anche grandi momenti di lucidità e ci sono stati frangenti in cui mi è piaciuta molto la gestione della partita. Poi è arrivato il gol di Provedel che è stato incredibile, una cosa che non capita mai. Quella era una partita che stava volgendo al termine con la vittoria della squadra di Simeone, ma i biancocelesti hanno dato grande prova di carattere in quell'occasione. Anche loro non stanno più benissimo, non è la squadra di qualche anno fa ma resta una grande compagine con assoluta esperienza europea".

Come pensi che la affronteranno i biancocelesti?

"Credo che pensare di andare a Madrid per imporsi sarebbe un errore madornale, ma non credo che la Lazio possa pensare di farlo. Mi aspetto invece una squadra più accorta, che aspetti l'avversario e che provi a fare male in ripartenza. Devono lasciare meno spazio possibile. Credo che Sarri l'abbia preparata pensando di non far respirare l'Atletico e che cercherà il gol sin dall'inizio. E' chiaro che arrivare primi o secondi nel girone fa tutta la differenza del mondo. Il rischio di pescare una big agli ottavi è elevatissimo. Per fare l'impresa servirà anche rischiare, ma è una gara molto complessa".

Ma come ti spieghi questa crisi continua che sta vivendo la Lazio in questa stagione?

"Questa si chiama gestione. La Lazio purtroppo non fa mai il salto di qualità e penso che dipenda dalla società e dalle scelta che si fanno anno dopo anno. I club che arrivano tutti gli anni non fanno di certo così. Io non mi aspetto l'acquisto di grandi campioni, ma almeno di calciatori validi e già consacrati. Qui invece si devono sempre aspettare giocatori di talento e di prospettiva, ma non pronti e per confermarsi in Champions non può bastare. Serve qualcosa in più, servono 5 o 6 cambi dello stesso livello dei titolari. Invece la strategia è diversa. Esce uno come Milinkovic Savic e arrivano centrocampisti a cui serve tempo per ambientarsi".

Parli del presidente Lotito quindi?

"Ma certo, è chiaro. Io sono uno che ci tiene e mi domando, come mai dopo così tanti anni è andato via anche Tare? Evidentemente si arriva a un punto in cui sai che più di ciò che hai fatto non puoi fare e non puoi crescere più. Immobile ad esempio è un grandissimo attaccante, ma finchè dura. E se esce lui che facciamo? Entro io? La corda viene tirata troppo nei momenti in cui invece ne servirebbe di più. Magari domani la Lazio farà l'impresa ed arriverà prima nel girone e questo porterebbe ancora tanti soldi nelle casse del club. Ma poi serve continuità anche in campionato".

Nonostante il brutto campionato fatto fino a questo momento però, se guardiamo alla classifica, la Champions è ancora a portata di mano perchè anche le avversarie non brillano. E' un obiettivo che si può raggiungere?

"Certo, il campionato è ancora lungo ma la Lazio si deve riprendere subito. Quando hai due o tre competizioni sprechi anche tante energie e devono comunque fermarsi anche le altre. Se quelle che stanno davanti ci mettono del loro, sarai sempre costretto a rincorrere. Servirebbero un filotto di vittorie e si può fare, ma è complicato. Purtroppo deve finire questa altalena continua. Intanto la Lazio deve pensare alla gara di domani e provare a fare l'impresa e per questo non mi aspetto neanche un grande turnover. Molti di questi sono ragazzi giovani che quando stanno bene devono giocare e dare il massimo".

Hai ancora fiducia nei confronti di Sarri?

"Assolutamente sì, ci mancherebbe. Ha dimostrato di essere un grande allenatore anche se stà iniziando qualche battibecco anche con lui. A inizio stagione voleva finire la carriera qui, ma questa gestione a lungo andare scoccia chiunque. Speriamo che le cose si sistemino e finisca al meglio"

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Elisa Di Iorio
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