La Procura di Milano ha posto sotto sequestro la società Martinina Srl, la quale gestisce il Cpr di via Corelli. La decisione, resa nota la sera di mercoledì 13 dicembre 2023, è stata assunta dai pm Paolo Storari e Giovanna Cavalleri. Ora entro 10 giorni il gip Livio Cristofano potrà convalidarla. Egli inoltre sarà chiamato a nominare un amministratore giudiziario per gestire la struttura che ospita il Centro di permanenza per i rimpatri.
La decisione di mettere il Cpr di via Corelli a Milano sotto sequestro è arrivata in seguito ad una serie di visite e controlli di esperti e professionisti del settore fatti all'interno della struttura milanese. Lo scorso primo dicembre essa era già stata oggetto di un'ispezione da parte della Guardia di finanza. L’operazione, in quel caso, era collegata ad un'inchiesta per frode e turbativa d'asta.
Durante i controlli però era emerso che i migranti all'interno del Centro pare che non ricevessero le cure necessarie, gli venisse dato da mangiare del cibo scaduto e molto altro ancora. Così la Procura del capoluogo lombardo ha deciso di sequestrare il Cpr. Il provvedimento, entro 10 giorni, potrà essere convalidato dal Gip.
All’interno del provvedimento reso noto nella tarda serata di ieri è presente una dettagliata relazione fatta da un medico consulente della Procura. In questo documento sono elencate le condizioni dei migranti nel Centro di permanenza per i rimpatri. Essi sono anche state ascoltati dagli investigatori e le loro testimonianze sono agli atti.
Secondo quanto emerso, sembra che all'interno del centro si trovino migranti con gravi problemi di salute, tumori, epilessie e disagi psichiatrici che tuttavia erano stati ritenuti idonei alla vita della comunità ristretta. In realtà però sembra che essi non siano mai stati sottoposti a visite mediche specializzate. Ma non è finita qui.
Nel corso dei controlli era emersa anche la mancanza di supporto psicologico e psichiatrico per uomini, donne e ragazzi poiché il personale non riusciva a interagire con queste persone in quanto non a conoscenza della loro lingua.
Si parla poi anche di mancanza di medicinali, di un presidio sanitario gravemente deficitario. A questi problemi si aggiungerebbero camerate sporche, bagni in condizioni igienico sanitarie e vergognose e cibo maleodorante, avariato e scaduto, che sarebbe stato somministrato lo stesso ai migranti della struttura.
A luglio scorso, proprio qui, c'era stata una protesta.
Nel frattempo spunta il nome di due soggetti iscritti nel registro degli indagati. Si tratta degli amministratori di fatto e di diritto della Srl che gestisce il Centro di permanenza per i rimpatri di via Corelli a Milano. I loro nomi sono Alessandro Forlezza e Consiglia Caruso. Le accuse che vengono mosse nei confronti della società sono pesantissime.
Si parla di una presunta frode nell'esecuzione del contratto di appalto tramite espedienti maliziosi e ingannevoli che avrebbero aiutato la struttura ad apparire conforme agli obblighi assunti per garantire adeguata ospitalità e trattamento dei migranti presenti all'interno.
Secondo il capo di imputazione, Forlezza e Caruso avrebbero simulato la presenza di servizi con documenti contraffatti e con firme di persone defunte. Sempre secondo l'accusa, i due vertici della società non avrebbero in realtà mai prestato servizi o li avrebbero prestati ma in maniera largamente insufficiente.
Essi avrebbero agito in questo modo per aggiudicarsi una gara, nell'ottobre del 2022, da circa quattro milioni e mezzo di euro per un anno. Al momento comunque – è bene precisarlo – gli amministratori di fatto e di diritto risultano solamente indagati. Non sono ancora stati giudicati e dunque, per ora, non sappiamo se per la giustizia italiana siano colpevoli o meno.
La Prefettura di Milano aveva spiegato comunque che nei mesi scorsi erano emerse alcune criticità gestionali per quanto riguardava il Centro di via Corelli. Così aveva avviato un procedimento amministrativo a carico dei gestori. Questo si è concluso con l'irrogazione della massima sanzione convenzionalmente prevista.