23 Oct, 2024 - 10:38

Fratelli Cervi, testo della canzone sull'eccidio del 28 dicembre 1943

Fratelli Cervi, testo della canzone sull'eccidio del 28 dicembre 1943

La canzone dei sette fratelli cervi è stata raccolta nell'album "Appunti Partigiani" del 2005, e si intitola La pianura dei Sette Fratelli. E' un omaggio ai sette intrepidi fratelli Cervi, vittime del regime fascista, fucilati il 28 dicembre 1943 a Reggio Emilia. Per la prima volta è stata scritta da un gruppo folk italiano nel 1995.

Fratelli Cervi, la canzone è un inno di Resistenza

Interpretata da diversi artisti, tra cui il gruppo musicale Modena City Ramblers  e il Coro delle Mondine di Novi per Il Seme e la Speranza (2006), ci porta direttamente alle vicende tragiche ed eroiche di una famiglia legata da un destino di Resistenza.

I Cervi erano la classica famiglia di campagna reggiana, dedita ai valori della casa e al lavoro, comunista e conosciuta per essersi battutta nella causa antifascista.

Hanno prestato attenzione e rifugio, infatti, a diversi partigiani ed ex prigionieri politici, rimanendo spesso in contatto con i gruppi che combattevano per la libertà dal fascismo all'indomani dell'8 settembre del 1943. I sette fratelli Cervi, una volta scoperti, sono stati fucilati per essersi opposti con la loro militanza politica.

Sette fratelli Cervi: testo della canzone "La pianura dei sette fratelli"

La poesia intrinseca del testo evoca l'immagine della terra, dell'acqua e del vento, elementi che narrano la vita quotidiana dei sette fratelli. Riportiamo di seguito il testo:

virgolette
E terra e acqua e ventonon c'era tempo per la paura,nati sotto la stellaquella più bella della pianuraAvevano una falcee mani grandi da contadinie prima di dormireun padre nostro come da bambini.Sette figlioli settedi pane e miele a chi li dò.Sette come le note,una canzone gli canterò.E pioggia e neve e geloe fola e fuoco insieme al vinoe vanno via i pensieriinsieme al fumo su per il camino.Avevano un granaioe il passo a tempo si chi sa ballare,di chi per la vitaprende il suo amore e lo sa portare.Sette fratelli settedi pane e miele a chi li do'.Non li darò alla guerra,all'uomo nero non li darò.Nuvola, lampo e tuononon c'è perdono per quella notteche gli squadristi venneroe via li portarono coi calci e le botte.Avevano un salutoe degli abbracci quello più forte.Avevano lo sguardoquello di chi va incontro alla sorteSette figlioli sette,sette fratelli, a chi li do?Ci disse la pianura:«Questi miei figli mai li scorderò.»Sette fratelli sette,sette ferite e sette solchi:ci disse la pianurai figli di Alcide non sono mai mortiIn quella pianuraDa Valle Re ai Campi Rossinoi ci passammo un giornoe in mezzo alla nebbiaci scoprimmo commossi.

Il ritornello parla dei fratelli e quanto fossero numerosi e poi del loro desiderio di condividere il loro pane e miele con chiunque sia in cerca di conforto. Sette, proprio come le note.

Chi ha scritto "La pianura dei sette fratelli"?

Si toccano temi come la resistenza e la memoria. Ci si trasporta con la musica a vedere valli, i campi e la nebbia.

A scrivere la canzone sono stati i fratelli Severini ( un gruppo folk rock italiano meglio conosciuto come GANG ) nel 1995.

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Sofia Pucciotti
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