Due icone contro, si può sintetizzare così il nuovo sviluppo della vicenda che vede coinvolto l'attore Gérard Depardieu, accusato di violenza sessuale e ora divenuto bersaglio delle accuse di Sophie Marceau, altro simbolo del cinema francese. L'attrice ricorda una sgradevole esperienza sul set con Depardieu, dopo la quale decise di non lavorare più con lui.
A questo si deve aggiungere la polemica politica scatenata dal movimento MeToo contro il presidente Emmanuel Macron per le sue parole in difesa dell'attore.
Una delle attrici più importanti nella storia del cinema francese, Sophie Marceau, si unisce al coro di accuse nei confronti di Gérard Depardieu.
Dopo le denunce di violenza sessuale avanzate nei suoi confronti da numerose donne, arriva adesso anche l'attacco dell'attrice lanciata dal cult anni '80 Il tempo delle mele e divenuta, negli anni, uno dei volti più noti del panorama cinematografico francese e internazionale.
La Marceau, vista in pellicole di successo come Braveheart di Mel Gibson e 007 - Il mondo non basta, ricorda ai microfoni di 'Paris Match' la sua prima e unica collaborazione con Depardieu. Un'esperienza, quella sul set di Police, diretto nel 1995 da Maurice Pialat, che la lasciò così disgustata da farle decidere di non lavorare mai più con lui.
Anche la giovane Marceau, quindi, subì quella 'vittimizzazione secondaria' che colpisce molte donne abusate, non venendo creduta e, anzi, criticata da chi era intorno lei.
Un mondo, che, attacca la star transalpina, ora accusa Depardieu "di ciò per cui è sempre stato incensato", evidenziando con durezza che "volgarità e provocazione sono sempre state il suo marchio di fabbrica".
Chi, anche un po' a sorpresa, ha invece difeso Depardieu è uno degli uomini più importanti di Francia: il presidente Emmanuel Macron il quale, pochi giorni fa, ha parlato di "caccia all'uomo" nei confronti di quello da lui definito "un orgoglio per la Francia".
Parole che rischiano, adesso, di scatenare un vero e proprio caso politico, con il movimento MeToo che si scaglia contro l'inquilino dell'Eliseo in una lettera aperte pubblicata dal quotidiano 'Le Monde'.
MeTooMedia attacca Macron per la "violenza delle parole" e per il suo essersi schierato "dalla parte dei potenti" e di un attore popolare, anziché sostenere le vittime.
Emmanuelle Dancourt, presidente di MeTooMedia, ha chiuso la questione denunciando la completa impreparazione del presidente francese sull'argomento.