Si è spento all'età di 81 anni l'indimenticabile Paolo Graldi e mentre l’Italia intera si stringe attorno alla sua famiglia, in molti si domandano quale sia stata la causa della morte. Il noto giornalista, classe 1942, è scomparso nella notte nella clinica Pio XI.
Al momento non è ancora stata resa nota la causa della morte di Paolo Graldi, ma è verosimile che possa essere collegata con la sua età anagrafica. Il giornalista aveva 81 anni. Pare che egli, da diverso tempo, soffrisse di una specifica malattia.
Il mondo del giornalismo (e non solo) oggi piange la scomparsa di un grande protagonista. Graldi infatti ha avuto una lunghissima carriera. Oltre ad aver scritto per Il Corriere della Sera, è stato anche direttore di importanti quotidiani. Stiamo parlando delle testate Il Mattino e Il Messaggero.
Paolo Graldi, nato a Bologna il 27 maggio del 1942, ha iniziato da giovanissimo a scrivere per alcuni giornali locali. Ha dimostrato amore e passione per questo mondo sin da quando era ragazzino. Ad un certo punto decise di trasferirsi a Roma, dove lavorò prima con Paese Sera e poi entrò ufficialmente a fare parte del Corriere della Sera.
A chiamarlo, nel 1975, fu Piero Ottone. Qui rimase per 20 anni e ottenne grande popolarità tra i suoi colleghi e i lettori comuni del giornale. Per il quotidiano di via Solverino egli è stato un importante cronista giudiziario, ma non solo. Infine è stato a capo dell’Edizione romana.
È diventato noto anche perché, per diverso tempo, è stato proprio lui l’inviato speciale che ha seguito tutti i principali fatti di mafia e di terrorismo, sia nel nostro Paese che all’estero. Erano anni molti difficili, segnati da sangue e stragi. Lui non si è mai tirato indietro ed è andato sempre alla ricerca della verità, da raccontare ai lettori.
Un’importante svolta si ebbe quando diventò vice direttore con Sergio Zavoli a Il Mattino di Napoli. Rimase al timone del quotidiano di via Chiatamone fino al 2001, quando viene chiamato dall’editore Franco Gaetano Caltagirone alla direzione de Il Messaggero. Qui occupò il ruolo di direttore per tre anni. Dopo venne nominato direttore editoriale.
Per diverso tempo Paolo Graldi rimase come uno dei principali editorialisti del gruppo, scrivendo per giornali della portata de il Messaggero, il Mattino e Il Gazzettino di Venezia, diventando anche un volto noto come commentatore e opinionista per la tv.
Per la televisione, il giornalista ha collaborato a tantissime trasmissioni di Enzo Biagi. Inoltre è stato caporedattore con Sergio Zavoli per la realizzazione de "La notte della Repubblica" e "Viaggio intorno all’uomo".
È stato poi lui a firmare per Rai 1 una rilevante inchiesta in venti puntate Io e il fumo, Io e il telefono, Io e il Civo. Ha fatto anche numerosi lavori per Scatola aperta. È stato sceneggiatore di film come Il caso Lafarge, il caso Stawinsky, Ladri e quadri.
Per Rai Parlamento ha condotto per tre anni Parole in gioco. A La7 ha lavorato alla serie biennale di Effetto domino, tutto fa economia. Ha inoltre condotto e diretto diverse trasmissioni radiofoniche.
Graldi da circa cinque anni era presidente della Scuola Superiore di Giornalismo presso la Università Internazionale Luiss di Roma. Ha vinto diversi premi per la sua carriera, tra cui il Premio Scanno, il Città di Roma, il Premio Ischia di Giornalismo.
Nell'aprile del 2020 Radio Cusano Campus lo aveva intervistato. Il giornalista, intervenuto in diretta nella trasmissione Sport Academy Weekend, aveva parlato della qualità e della lotta di Napoli e di Roma e della passione per la Formula 1.
Se a proposito della sua carriera le informazioni sono molte, lo stesso non possiamo dire della vita privata. Il giornalista era infatti molto riservato.