Non sono più casi sporadici. Il fascismo non è certo male endemico nel movimento italiano del football americano ma, un caso dopo l'altro, un articolo di giornale dopo l'altro, hanno convinto il Consiglio federale della Fidaf-Federazione italiana di american football a uscire oggi con un lungo comunicato stampa. La cosa, del resto, si è fatta imbarazzante, soprattutto di questi tempi in cui il flag football, la disciplina propedeutica, quella che non prevede contatto fisico, è stata promossa tra le discipline olimpiche in vista di Los Angeles 2028.
Una promozione storica, e benedetta persino dalla ricchissima Nfl, la storica lega statunitense. Un motivo d'orgoglio anche italiano, visto che determinante per il salto di qualità è stato il campione olimpico di tiro a segno a Londra 2012 e Rio 2016 Niccolò Campriani, direttore proprio dei Giochi californiani e ospite a fine anno del Coni.
Negli ultimi giorni, "Repubblica" ha riferito di giocatori e allenatori impegnati in cori fascisti o nello sfoggiare simboli riconducibili al ventennio; vicende che la procura federale avrebbe ignorato. Poi ci sono le immagini: l'oramai famigerato selfie della Nazionale Under 17 di flag che mostra il saluto romano (lo smartphone, ma poi anche le dimissioni e la multa da 500 euro, erano del team manager Francesco Caruso), o il ct della Nazionale maggiore Giorgio Gerbaldi che esegue lo stesso gesto dopo l'esecuzione dell'inno nazionale agli Europei in Svezia.
Da par suo, il Consiglio federale risponde alle parole sulla procura federale, accennando appunto al caso Caruso (però dimissionario...) e a un secondo caso del quale "si attende la fine dell'istruttoria".
Seguono ringraziamenti alle società, ai tifosi e un "guardiamo con ottimismo al futuro" che, in fin dei conti, cade sempre a cecio.