Un quadro da vero e proprio film horror, quello che emerge dall'inchiesta sul Cpr di Potenza, per la quale è stato arrestato un ispettore di polizia e diversi medici risultano indagati. Le accuse? Violenze e maltrattamenti di varia natura sui migranti ospiti del centro, in alcuni casi drogati con psicofarmaci per tenerli sotto controllo.
Immagini e resoconti che sembravano appartenere a un tempo ormai lontano, quello dei manicomi-lager prima della legge Basaglia, tornano drammaticamente alla ribalta leggendo le carte dell'inchiesta sul Cpr (Centro permanenza e rimpatri) di Palazzo San Gervasio, in provincia di Potenza.
L'inchiesta fa emergere uno scenario di maltrattamenti e violenze ai danni dei migranti, la cui dignità viene calpestata da chi avrebbe dovuto, invece, prendersene cura. Un atteggiamento, purtroppo, non isolato, dal momento che un altro centro, il Cpr di via Corelli a Milano, è stato recentemente posto sotto sequestro a seguito di accuse molto simili.
I primi provvedimenti da parte degli inquirenti hanno, quindi, colpito l'ispettore della Polizia di Stato Rosario Olivieri, arrestato con l'accusa di violenza privata pluriaggravata, falso ideologico, calunnia e truffa aggravata ai danni dello Stato.
L'inchiesta riguarda, però, anche medici della struttura e alcuni avvocati dei migranti. Ad alcuni di loro, infatti, stando alle prove raccolte dagli inquirenti, venivano somministrate con la forza dosi di tranquillanti e psicofarmaci prescritti per curare l'epilessia, al solo scopo di mantenere l'ordine all'interno del centro.
Di conseguenza, il gip di Potenza ha disposto per il medico di base Donato Nozza il divieto di esercitare la professione nella struttura per un anno. Per lo stesso periodo, Alessandro Forlenza e sua moglie Paola Cianciulli - amministratori della società 'Engel italia srl' che gestiva il Centro prima di cambiare nome in 'Martinina srl' - sono, invece, interdetti dall'esercitare attività imprenditoriale e dal contrattare con la Pubblica Amministrazione.
Un livello di barbarie raggiunto nel Cpr certificato dalla quantità di casi accertati dalla Procura della Repubblica di Potenza, almeno 35 secondo gli inquirenti.
Uno scandalo che emerge in tutta la sua drammaticità nelle parole di Francesco Curcio, procuratore della Repubblica del capoluogo lucano, durante la conferenza stampa tenuta nella mattinata di oggi, 9 gennaio 2024.