12 Jan, 2024 - 13:09

Maradona trionfa: la Cassazione conferma la sconfitta del fisco nel 2024

Maradona trionfa: la Cassazione conferma la sconfitta del fisco nel 2024

Diego Armando Maradona, "Mano de Dios", contro il fisco, porta a casa l’ennesima vittoria giocata nelle aule di giustizia. E pensare che in tutti questi anni il "Pibe de oro" è stato accusato di evasione fiscale per circa 37 milioni di euro.

Ma ora, a fare chiarezza è la Cassazione che ha accolto il ricorso degli eredi, e allora tutto diventa lecito. Ma chi pagherà per un errore durato 30 anni? Chi risarcirà gli eredi del danno personale, patrimoniale e dell’immagine del campione del mondo? Da una parte lo spettro dei tribunali, dall’altra la vittoria di un mito che batte il fisco.

L’ultima decisione sarà discussa dalla Corte di Giustizia tra qualche mese, poco più o poco meno, dovrà emergere l’esito dei conteggi fiscali e sulle spese legate all'operato della Commissione Tributaria della Regione Campania.

Maradona vince contro il fisco nel 2024

Il campione del mondo Diego Armando Maradona è pronto a vincere la partita contro il fisco italiano. La Cassazione ha accolto il ricorso presentato dagli eredi contro la presunzione di evasione fiscale per un importo di circa 37 milioni di euro. Come riportato da italiaoggi.it, la notizia è stata diramata dal Messaggero e dal Mattino.

È cominciata la stagione della verità. Tutto ruota intorno al periodo degli anni ottanta; infatti, la vertenza in questione è legata alle remunerazioni erogate dal Napoli al campione di calcio.

Inizialmente, si trattava di una presumibile evasione fiscale legata ai pagamenti da parte di due società straniere, in particolare per i diritti di immagine, sui conti nel Liechtenstein, con una partita dal valore di 40 miliardi di lire, successivamente portata a 37 milioni di euro.

Una questione che sembra definitivamente mettere il punto alla vicenda giudiziale che ha coinvolto il campione del mondo, rendendo possibile il rimborso agli eredi.

La Corte Suprema della Cassazione, sezione tributaria, ha accolto il ricorso discusso dall’avvocato Massimo Garzilli, che rappresenta Diego Armando Maradona con l’avvocato Angelo Pisani, decidendo di rinviare l’intera questione alla commissione tributaria della Campania, la quale dovrà nuovamente pronunciarsi sulla vicenda.

Se la decisione finale del giudizio è negativa, eventuali debiti residui pendenti ricadrebbero sulle responsabilità degli eredi.

Diritto di immagine: cosa dice la legge italiana

Per comprendere appieno il valore del procedimento legale intentato contro il campione del mondo, è essenziale esaminare gli aspetti normativi attualmente in vigore nell'ordinamento giurisprudenziale italiano.

È importante notare che il danno all'immagine emerge quando vengono compromesse la reputazione e l'identità personale di un individuo, abbracciando gli attributi che lo identificano nel contesto sociale e professionale.

In sostanza, il danno si manifesta quando la reputazione, il decoro e l'onore vengono danneggiati, alimentando il filone di pregiudizi nei suoi confronti.

Le disposizioni normative per il risarcimento per fatto illecito sono contenute nell’articolo 2043 del Codice civile, che recita:

Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri  un  danno ingiusto, obbliga colui che ha  commesso  il  fatto  a  risarcire  il danno.

 Inoltre, la Costituzione garantisce diritti inviolabili dell'uomo nell'articolo 2, che recita:

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Infine, l'abuso dell'immagine altrui è disciplinato dall'articolo 10 del Codice civile, che recita:

Qualora l'immagine di una persona o dei genitori, del coniuge o dei figli  sia  stata  esposta  o  pubblicata  fuori  dei  casi  in   cui l'esposizione o la pubblicazione è dalla  legge  consentita,  ovvero con pregiudizio al decoro o alla reputazione della persona  stessa  o dei  detti   congiunti,   l’autorità   giudiziaria,   su   richiesta dell'interessato,  può  disporre  che  cessi   l'abuso,   salvo   il risarcimento dei danni.

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Antonella Tortora
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