Dove si trova Sabrina Misseri oggi e quanti anni ha? Che fine ha fatto dopo essere stata accusata dell'omicidio della cugina Sarah Scazzi? Ha mai confessato? Sono in tanti a chiederselo, dopo la notizia del ritorno in libertà del padre Michele, condannato in via definitiva a 8 anni di carcere per essersi occupato della soppressione del cadavere della 15enne di Avetrana.
Quando fu arrestata per l'omicidio della cugina Sarah Scazzi, consumatosi il 26 agosto del 2010 ad Avetrana, in provincia di Taranto, Sabrina Misseri aveva 22 anni e lavorava come estetista nel piccolo paese in cui viveva insieme alla sua famiglia. Pochi mesi prima aveva conosciuto il ragazzo di cui si era innamorata, un certo Ivano Russo, cuoco di professione.
Era il 15 ottobre del 2010. Oggi ha 35 anni. Quando il padre Michele Misseri tornerà libero - entro la fine del prossimo febbraio - ne avrà compiuti 36 e sarà ancora reclusa. In carcere dovrà infatti scontare il massimo della pena: l'ergastolo. A deciderlo sono stati i giudici dei tre gradi di giudizio, che - nonostante la sua proclamazione di innocenza - l'hanno riconosciuta colpevole insieme alla madre Cosima Serrano.
Stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini, le due avrebbero strangolato la 15enne con una cintura, perché Sabrina era gelosa del rapporto che aveva instaurato con Russo e temeva che avrebbe messo in giro dei pettegolezzi che li riguardavano, mettendola in cattiva luce. A puntare il dito contro di loro era stato lo stesso Misseri.
A circa un mese dalla scomparsa di Sarah (che il 26 agosto era uscita di casa dicendo alla madre Concetta che si sarebbe recata a casa della cugina e che poi, insieme, sarebbero andate in spiaggia, come facevano sempre), Michele Misseri aveva detto agli inquirenti di aver rinvenuto il cellulare della nipote in un campo poco distante dalla sua abitazione.
Se in un primo momento si era pensato che la giovane potesse essersi allontanata da sola, facendo perdere volontariamente le sue tracce, a quel punto i sospetti si erano concentrati sulla sua famiglia. Messo alle strette, l'uomo, di 56, aveva allora confessato di averla uccisa dopo un tentativo di stupro, indicando agli inquirenti il luogo dove aveva nascosto il cadavere, una cisterna interrata nelle campagne di Avetrana.
Poi, come se niente fosse, il contadino aveva ritrattato tutto, tirando in ballo la figlia Sabrina, che era stata arrestata con l'accusa di concorso in omicidio. Su sarebbe scoperto solo qualche tempo dopo che era stata lei, la vera esecutrice del delitto. E che il padre - come avrebbe fatto sempre, d'ora in avanti - aveva solo cercato di coprire lei e la moglie Cosima.
Ancora oggi l'uomo sostiene di essere l'unico responsabile del delitto. Sabrina, dal canto suo, non ha mai confessato l'omicidio della cugina. Nel marzo 2022, nel rigettare la sua richiesta di ottenere un permesso premio per uscire dalla struttura penitenziaria in cui si trova, a Taranto, la Cassazione l'ha definita ancora "socialmente pericolosa", mettendo in evidenza la mancanza, da parte sua, di una "rivisitazione critica" del suo "pregresso comportamento deviante".
Significa che, oltre a non assumersi la responsabilità dell'accaduto, non ha mai mostrato segni di pentimento. Ciò che ha fatto colpì profondamente l'opinione pubblica, che a distanza di tanti anni ancora ricorda la storia di Sarah, uccisa in giovane età per futili motivi da persone di cui si era sempre fidata e che in casa l'avevano cresciuta come una figlia.