Trentatre anni, originario di Roma: ecco chi è Cristiano Molè, l'uomo ucciso a colpi di pistola in un agguato consumatosi ieri, 15 gennaio, nella zona di Corviale. Aveva alle spalle dei precedenti con la giustizia: sognava di lasciarseli alle spalle e di costruirsi un futuro migliore insieme alla compagna e ai loro due figli, che ora piangono la sua prematura scomparsa.
Cristiano Molè aveva 33 anni e viveva nell'estrema periferia di Roma, al Corviale, insieme alla compagna e ai loro due figli. Era appassionato di boxe e nel 2021 aveva accompagnato lo youtuber romano Simone Cicalone alla scoperta del suo quartiere.
Alle spalle aveva diversi precedenti con la giustizia. Nel 2014, mentre prendeva un caffè al bar di via Bravetta, era stato avvicinato da due uomini a bordo di uno scooter e gambizzato. Poi era finito dentro per aver speso soldi falsi e per spaccio.
È lui l'uomo ucciso nella sparatoria avvenuta ieri tra largo Edoardo Tabacchi e Via Ettore Ferrari poco dopo le 19.30. Sembra che si trovasse all'esterno della sua auto insieme a un amico, quando, all'improvviso, da una Fiat Panda di colore chiaro in corsa, qualcuno avrebbe sparato con una pistola, colpendolo al torace.
"Mi avete rovinato la vita, pezzi di merda", avrebbe urlato, a quel punto, ai suoi killer, che in tutto avrebbero fatto fuoco almeno quindici volte, raggiungendo anche l'uomo che era con lui, rimasto ferito. Negli attimi immediatamente successivi in tanti erano scesi in strada per cercare di soccorrerlo, invano. Era morto tra le braccia della compagna, con cui, di lì a poco, sarebbe dovuto uscire a cena.
Sul delitto che ha strappato alla vita il 33enne sta indagando anche l'Antimafia. L'ipotesi è che - visti i suoi trascorsi - l'uomo sia stato colpito nell'ambito di un regolamento di conti per droga da qualcuno con cui aveva avuto dei dissapori.
Per capirne di più si stanno analizzando i filmati delle videocamere di sorveglianza installate nei pressi del luogo dell'agguato e sulle vie immediatamente adiacenti. L'obiettivo è provare a ricostruire il percorso effettuato dalla Fiat Panda e, in questo modo, risalire all'identità di chi ha sparato.
Sarebbe già stato ascoltato, invece, l'amico che era con Molè al momento dei fatti e che poco dopo era stato soccorso e trasportato d'urgenza al San Camillo. Se abbia fornito elementi utili alle indagini non si sa. "Da lassù c'è sempre chi guarda" scrive, intanto, qualcuno sui social, definendo gli assassini del 33enne "luridi e vili".
Quello di Cristiano Molè è il secondo omicidio che nel giro di pochi giorni sconvolge la Capitale, dove, nella notte tra venerdì e sabato, a morire era stato il 14enne di origini romene Alexandru Ivan, ucciso a colpi di pistola nel parcheggio della metro C Pantano di Monte Compatri, nella periferia romana.
Stando a quanto ricostruito finora, a sparargli sarebbe stato un parente del 24enne fermato con l'accusa di concorso in omicidio, di nome Corum Petrow . L'uomo, attualmente ricercato, avrebbe sparato al giovane al posto del compagno della madre Tiberiu Maciuca, con cui, qualche ora prima, aveva avuto una violenta discussione in un bar della borgata Finocchio.
Anche nel suo caso il movente potrebbe essere un regolamento di conti per questioni di droga. Lo chiariranno le indagini, che da giorni proseguono serrate per assicurare alla giustizia i colpevoli del terribile delitto, costato la vita a un adolescente innocente.