Autonomia differenziata al via oggi al Senato la discussione generale sul ddl Calderoli che punta a garantire una "maggiore libertà" alle regioni ma solo se raggiungono i Lep, ovvero i Livelli essenziali prestazioni.
Sono 337 gli emendamenti presentati per la maggior parte dalle opposizioni, ma ce ne sono anche due di Fratelli d'Italia, mentre in diverse città i sindaci scendono in piazza per protestare contro l’approvazione del disegno di legge a firma Lega.
Non parte con i migliori auspici, quindi, l’iter per l’approvazione del decreto firmato dall’ex ministro Roberto Calderoli che la Lega vorrebbe portare a casa entro la fine della settimana con l’appoggio degli alleati, nonostante l’ostruzionismo delle opposizioni più che intenzionate a dare battaglia.
L’avvio dell’iter di approvazione del ddl per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario è prevista per le 16,30 di oggi presso l’aula di Palazzo Madama. Ci arriva in un momento delicato per la maggioranza ai ferri corti per la questione relativa alle candidature per le regionali. Per molti l’approvazione del ddl Calderoli rappresenta un ulteriore banco di prova per la tenuta di questa maggioranza.
Il disegno di legge sull'autonomia differenziata – che secondo i detrattori rischia di acuire ulteriormente le differenze tra nord e sud del Paese - definisce le procedure legislative e amministrative da seguire per giungere ad una intesa tra lo Stato e le Regioni che chiedono maggiore autonomia legislativa in determinati ambiti. In pratica conferisce alle regioni capacità di legiferare su alcune materie di competenza esclusiva dello stato.
Uno dei paletti previsti per le regioni che intendono usufruire dell’autonomia differenziata è la garanzia dei Lep, ovvero, i livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi che devono essere garantiti in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale in quanto afferiscono a settori come diritti civili e sociali.
Il disegno di legge, il numero 615, è costituito da dieci articoli. Tra le materie per le quali possono essere riconosciute forme ulteriori di autonomia ci sono anche l’organizzazione della giustizia di pace, norme generali sull’istruzione, la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali.
Sul piede di guerra i sindaci italiani e soprattutto quelli delle regioni meridionali preoccupati che il regionalismo aumenti le disuguaglianze tra nord e sud. Previsti in concomitanza con l’avvio dell’iter di discussione in Senato.
Promettono battaglia anche le opposizioni preoccupate per gli eventuali squilibri che verrebbero a crearsi tra le regioni, con un aggravamento per quelle meridionali.
dichiara il deputato Pd Marco Sarracino a cui fa eco Francesco Boccia, presidente dei senatori democratici.
ha detto invece Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera.
afferma, invece, Elisa Pirro, del gruppo M5S al Senato.
Una riforma che non piace neanche alla Cgil e che secondo il segretario confederale Christian Ferrari
A difendere il provvedimento naturalmente la maggioranza.
Secondo Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia salva l’Italia e non la spacca
Nel frattempo, tra gli emendamenti presentati, figurano anche due presentati da Fratelli d'Italia.